Il piano Beveridge e l'Italia: la reazione alla proposta di riforma del sistema di sicurezza sociale britannico negli anni di guerra 1942-1945
Nel dicembre 1942, in piena guerra mondiale, il liberale inglese William Beveridge diventò celebre per la pubblicazione di una inchiesta ministeriale sulla riorganizzazione dei servizi sociali da proporre per il dopoguerra. Il Social Insurance and Allied Service conosciuto universalmente come piano Beveridge è considerato il modello di welfare state che ha segnato la ricostruzione politica almeno nel continente europeo. L’idea di fondo era quella di sconfiggere i 5 elementi negativi della società contemporanea: povertà, malattia, ignoranza, squallore e disoccupazione. Per farlo era stato ipotizzato un articolato sistema di sicurezza sociale per intervenire in sostegno dell'individuo in caso di bisogno tramite assegni familiari, sussidi di disoccupazione, malattia, infortuni e naturalmente pensione di anzianità e invalidità. Era auspicata anche la creazione di un servizio sanitario nazionale.
L’accoglienza italiana al Beveridge report rappresenta un campo nuovo di studio.
La ricerca della tesi, realizzata con lo studio su fonti contemporanee, si è articolata lungo tre diversi percorsi:
1) la vita e le opere di William Beveridge
2) la reazione della stampa legale fascista
3) la propaganda alleata e la riflessione del mondo intellettuale antifascista.
La dimensione ideale del documento e il richiamo ai suoi principi fondanti (libertà dal bisogno, conglobamento dei rischi ecc.) è peraltro legittimata dalla pubblicistica recente, che è tornata sul lavoro dell’economista inglese nell’ambito del dibattito sulla riforma del welfare, avviata un po’ in tutta Europa, dalla metà degli anni ’80.
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Informazioni tesi
Autore: | David Mugnai |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia |
Relatore: | Paul Ginsborg |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 310 |
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