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Il ''caso'' Tomasi di Lampedusa

La tesi si compone di quattro capitoli più una bibliografia generale che riguardano le Opere di Tomasi di Lampedusa ed una Bibliografia critica sull’autore. Il primo capitolo affronta la situazione della letteratura in Italia tra gli anni ’50 e gli anni 60 che vedono l’Italia come paese capitalistico in cui una serie di crisi nate dalle radici stesse dell’espansione economica e sociale. I percorsi del mutamento di un’Italia da paese agricolo e pastorale a paese fortemente capitalistico e sviluppato. Negli ambienti intellettuali nasce l’esigenza di operare fuori di ogni schema ideologico, in ciascun settore della ricerca si sottopongo a scrupolosa verifica gli strumenti di indagine disciplinare, e anche alla letteratura non sfugge questo tipo di interesse. Morto il Neorealismo nasce tutto un genere di romanzi, alcuni di livello “alto”, altri “medio”, che per vie diverse divennero tutti “casi letterari”.
Gli autori, riuscendo a porre sul piano della storia la soggettività dello scrittore e della cosa narrata, utilizzavano le componenti tipiche della letteratura decadente innestate, però, su storie i cui temi e ideologie combaciavano con la capacità di elaborazione fantastica delle grandi masse di lettori di quegl’anni, e davano origine ad eccellenti esempi di operazioni culturali di largo respiro, fondate sul nuovo concetto di letteratura come “consumo”. Il secondo capitolo affronta “il caso” Tomasi di Lampedusa. Nel 1958 Giorgio Bassani fece pubblicare, presso Feltrinelli, Il Gattopardo, romanzo che Vittoriani aveva rifiutato da Einaudi. L’autore era uno sconosciuto, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), un principe siciliano di raffinata cultura europea, vissuto sempre lontano dagli ambienti intellettuali. Il romanzo ebbe uno straordinario successo, divenendo un clamoroso “caso” letterario. Si tratta di un romanzo storico, ambientato in Sicilia all’epoca dell’impresa garibaldina. Al centro si colloca la figura del principe Fabrizio Salina, aristocratico coltissimo, dedito a studi di astronomia, che osserva con ironico distacco e malinconia la fine di un mondo; al suo fianco vi è il nipote Tancredi, lucido e spregiudicato, che invece di difendere il regno borbonico, come sarebbe proprio di un aristocratico, si unisce ai garibaldini, avendo capito che, se si vuole che tutto rimanga com’è, occorre che tutto cambi: il passaggio al nuovo regno d’Italia sarà solo un mutamento esteriore, ma nella sostanza il potere resterà nelle mani delle classi dirigenti; per questo quelle classi devono impegnarsi nella rivoluzione nazionale, prendendone in mano il processo per indirizzarlo ai loro fini. All’apparenza si tratta di un romanzo storico di taglio Ottocentesco e naturalistico, una sorta di elegante ripresa dei Vicerè di De Roberto. E, certo, la storia vi ha una parte rivelante: ma in realtà lo scrittore, a differenza dei veristi, non crede nell’oggettività del processo storico; la sua cultura e la sua sensibilità sono squisitamente decadenti, nutrite di Proust e di Mann. La storia è per lui solo un’apparenza esteriore, dietro cui si cela un’essenza più vera, il fluire costante della vita che precipita nel nulla.Anche l’impianto narrativo è solo apparentemente ottocentesco e naturalistico: in realtà tutto è visto attraverso gli occhi del principe Salina, filtrato attraverso la sua sensibilità e la sua intelligenza. All’oggettività veristica si sostituisce una dimensione del racconto essenzialmente soggettiva, e si viene a costituire un sottile gioco di identificazione e di scambio tra l’ottica del narratore-autore e quella del personaggio focale. Non solo nei temi, dunque, ma anche nell’impostazione narrativa il romanzo si collega al filone del grande Decadentismo europeo, rappresentandone una manifestazione tarda ma di grande dignità culturale (data questa sua fisionomia, si può capire il rifiuto di Vittoriani, massimo esponente della cultura dell’”impegno”).

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Sintesi tesi “Il Caso” Tomasi di Lampedusa La tesi si compone di quattro capitoli più una bibliografia generale che riguardano le Opere di Tomasi di Lampedusa ed una Bibliografia critica sull’autore. Il primo capitolo affronta la situazione della letteratura in Italia tra gli anni ’50 e gli anni 60 che vedono l’Italia come paese capitalistico in cui una serie di crisi, per la prima volta nella storia non nascono dai secolari squilibri della sua arretratezza ma dalle radici stesse dell’espansione economica e sociale. Da qui l’esigenza di ricercare una serie di strumenti intellettuali inediti capaci di interpretare il mutamento di un’Italia da paese agricolo e pastorale a paese fortemente capitalistico e sviluppato. Fallito il progetto gramsciano che attribuiva all’intellettuale il ruolo di guida, di organizzatore e chiarificatore delle esigenze espresse dalle masse popolari, si fanno strada centri culturali di natura tecnologica, scientifica, sociologica ed economica; la natura e l’uso di questi nuovi canali di formazione socio-culturale, mettendo in crisi i valori del passato scomponevano e dissolvevano l’immagine mitica del popolo disegnata dai neorealisti antifascisti degl’anni che vanno dal 1935 al 1955. Negli ambienti intellettuali nasce l’esigenza di operare fuori di ogni schema ideologico, in ciascun settore della ricerca si sottopongo a scrupolosa verifica gli strumenti di indagine disciplinare, e anche alla letteratura non sfugge questo tipo di interesse. Morto il Neorealismo nasce tutto un genere di romanzi, alcuni di livello “alto”, altri “medio”, che per vie diverse divennero tutti “casi letterari”. Gli autori, riuscendo a porre sul piano della storia la soggettività dello scrittore e della cosa narrata, utilizzavano le componenti tipiche della letteratura decadente innestate, però, su storie i cui temi e ideologie combaciavano con la capacità di elaborazione fantastica delle grandi masse di lettori di quegl’anni, e davano origine ad eccellenti esempi di operazioni culturali di largo respiro, fondate sul nuovo concetto di letteratura come “consumo”.

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letteratura italiana
giorgio bassani
elio vittorini
il gattopardo
luigi pirandello
storia della letteratura italiana
italo svevo
realismo letterario
giuseppe tomasi di lampedusa

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