Il trasferimento di azienda
Il trasferimento di azienda costituisce istituto i cui tratti sono, oggidì in modo particolare, estremamente delicati, e tale particolare condizione deriva dagli effetti che esso spiega sul tessuto sociale del nostro Paese.
Il punto di partenza per analizzare la vicenda circolatoria dell'azienda, è costituito dallo studio del concetto di azienda. Iniziando a scorporare la nozione fornita dall'art. 2555 cod. civ., si passa poi ad un esame storico della norma dell'art. 2112 cod. civ., indagine che non può non tenere conto dei risultati interpretativi della dottrina e della giurisprudenza, nonchè delle modifiche legislative che sono state apportate all'impianto normativo delineato dal legislatore del 1942. Tali mutamenti sono dovuti alle variate condizioni socio economiche del terreno su cui il 2112 operava, e inoltre dalla nascita di un soggetto sovranazionale ben dopo l'entrata in vigore del codice civile. Tale soggetto nasce con lo scopo di agevolare le relazioni economiche tra i soggetti generanti, e a tal fine viene dotato del potere di emanare regole il cui contenuto normativo vincoli in modo cogente coloro che lo hanno creato. La Comunità Europea intervenne già negli anni settanta a disciplinare la fattispecie del trasferimento di azienda, e da allora lo ha fatto altre volte, tanto in via diretta, cioè attraverso la concretizzazione del suo potere regolatore, quanto in via indiretta, ovvero grazie ai giudici delle sue Corti. Pertanto per una completa comprensione della fattispecie del trasferimento di azienda è stato necessario studiarne la storia in modo "dinamico".
Individuato il nocciolo della tesi, il punctum qaestionis, l'attenzione viene spostata sugli effetti "interni" alla cessione dell'azienda, ovvero sulla relazione tra i rapporti di lavoro e la dismissione aziendale; con analisi pseudo sociologica si affronta altresì la spinosa questione della rilevanza, o meno, del consenso del singolo lavoratore ceduto al passaggio alle dipendenze del nuovo datore di lavoro. Inoltre tenendo presente che il lavoratore, tradizionalmente il soggetto debole, è anche quello con le minori conoscenze delle vicende in cui si viene a trovare la sua sfera giuridica, lo Stato moderno ha previsto che particolari figure si occupassero di tutelare quanto più possibile tale centro di interessi. Il sindacato, preposto appunto a tale tutela, di recente assume anche in questo frangente un ruolo di primo piano. Ad esso infatti vengono conferite particolari funzioni affinchè l'operazione economica sia posta in essere secondo il rispetto di principi, e procedure, che vengono giudicate primarie. Lo studio di questi due aspetti costituisce un tutt'uno per così dire procedurale cui non si poteva assolutamente prescindere.
La rapidità propria dei tempi attuali si riflette anche nel mondo del diritto, ovverosia quello che dovrebbe essere il più pronto a rispondere a tali istanze, ma che proprio per dare risposte esaurienti e complete, "di chiusura", impiega parecchio, posto che la sua funzione è quella di ricondurre tutti gli interessi particolari ad un interesse il cui carattere è quello matematico del minimo comun denominatore. Anche nel trasferimento di azienda si assiste a fenomeni i cui tratti dinamici non trovano definizione o accoglimento stabile in una disposizione legislativa; è questo il caso della cosiddetta "esternalizzazione". Tale fenomeno ha un fortissimo impatto sociale, maggiore di quello già elevato del trasferimento di azienda tout court, vis che non poteva certo passare inosservata agli occhi degli operatori del diritto, visto che tale fattispecie è ai confini della disciplina della legge n. 1369 del 1960. Come sovente accade sono proprio la dottrina e la giurisprudenza a stimolare l'attenzione, favorendo così la nascita dei presupposti per l'intervento del legislatore. Purtroppo grazie alla ricchezza scientifica e alla differente prospettiva dello studio, la barbarie di alcuni scellerati ha testimoniato quanto sia delicata la materia, ma il pensiero di coloro che ci sono stati strappati inutilmente ha maggior vigore, restando anche raccolto nella tesi di laurea di chi ama un futuro basato su un pacifico confronto scientifico e culturale.
La cessione dell'azienda spiega i propri effetti sui lavoratori coinvolti, non solo sotto il profilo strettamente "lavoristico", ma anche sotto il punto di vista proprio del diritto previdenziale. Anche in questo campo la funzione del sindacato torna ad essere rilevante, così come anche la normativa comunitaria spiega i propri effetti.
Il penultimo aspetto affrontato riguarda l'angolazione propria del diritto fallimentare, essendo infatti dedicato a dare un rapido cenno sul concetto di crisi aziendale e sul trasferimento di un'azienda in crisi. E' un settore altamente delicato, che implica scelte di politica legislativa davvero ardue.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Caniglia Cogliolo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Clara Enrico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 194 |
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