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Emozione ed Espressione: tra funzione e contesto; l’importanza della loro comunicazione

Da sempre, l’essere umano si è identificato come l’essere più intelligente del pianeta, razionale, composto, pensante; un essere superiore agli altri perché nel corso della sua Storia ha dato prova di grandi capacità di adattamento e progresso. Egli ha, quindi, vissuto periodi di grande fervore scientifico da cui sono venuti fuori grandi nomi e grandi pensatori. Ma, spesso, questi sono stati seguiti da momenti storici ricchi di patòs e di interesse verso quell’unica parte di sé che l’uomo, ancora oggi, sente di non poter controllare del tutto. Si parla, qui, delle emozioni. Di come funzionano, da cosa derivano, da come si esprimono e riconoscono. Si vuole comprendere, in riferimento alla domanda iniziale, se le emozioni, spesso viste come un fattore assolutamente non scientifico, quasi mistico, abbiano basi fisiologiche e neurologiche e come queste funzionino a seconda del contesto di riferimento.
Quello che ci si chiede è, se è vero che l’uomo è un essere assolutamente razionale, “fatto di mente e biologia”, le emozioni possono entrare a far parte di questo triangolo? Possiamo considerare le emozioni come un costrutto psicologico che guida il comportamento umano, al pari della ragione, senza superarla o sottomettendosi ad essa, ma semplicemente accompagnandola? Possiamo considerare la sensazione provata dal nostro corpo, in un certo momento, come emozione perché la nostra mente l’ha interpretata come tale grazie alla situazione di riferimento? L’emozione, come chiesto anche da Caruana e Viola (2018), è ciò che si prova o ciò che si fa?

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6 Prefazione: Si piange perché si è tristi o si è tristi perché si piange, ma soprattutto perché lo facciamo? Da sempre, l’essere umano si è identificato come l’essere più intelligente del pianeta, razionale, composto, pensante; un essere superiore agli altri perché nel corso della sua Storia ha dato prova di grandi capacità di adattamento e progresso. Egli ha, quindi, vissuto periodi di grande fervore scientifico da cui sono venuti fuori grandi nomi e grandi pensatori. Ma, spesso, questi sono stati seguiti da momenti storici ricchi di patòs e di interesse verso quell’unica parte di sé che l’uomo, ancora oggi, sente di non poter controllare del tutto. Si parla, qui, delle emozioni. Di come funzionano, da cosa derivano, da come si esprimono e riconoscono. Si vuole comprendere, in riferimento alla domanda iniziale, se le emozioni, spesso viste come un fattore assolutamente non scientifico, quasi mistico, abbiano basi fisiologiche e neurologiche e come queste funzionino a seconda del contesto di riferimento. Quello che ci si chiede è, se è vero che l’uomo è un essere assolutamente razionale, “fatto di mente e biologia”, le emozioni possono entrare a far parte di questo triangolo? Possiamo considerare le emozioni come un costrutto psicologico che guida il comportamento umano, al pari della ragione, senza superarla o sottomettendosi ad essa, ma semplicemente accompagnandola? Possiamo considerare la sensazione provata dal nostro corpo, in un certo momento, come emozione perché la nostra mente l’ha interpretata come tale grazie alla situazione di riferimento? L’emozione, come chiesto anche da Caruana e Viola (2018), è ciò che si prova o ciò che si fa? Ed in ultima istanza risulta opportuno chiedersi, ma è possibile per un individuo non riconoscere ciò che sta provando? È possibile, sentire un “tremolio interno”, un’attivazione fisiologica, e non riuscire a darle un senso?

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Parole chiave

trattamento
emozioni
appraisal
manifestazione
ekman
alessitimia
espressione emotiva
comunicazione emotiva

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