Hoshi Shin’ichi e il Racconto Fantascientifico in Giappone
La stesura e la lettura di racconti fantascientifici sono diventate oggigiorno un fenomeno globale e in particolar modo negli ultimi anni i lettori di tutto il mondo hanno potuto assaporare i frutti di tale produzione. Il Giappone è una nazione dove l’interesse verso questo tipo di narrativa è molto forte e tantissimi lavori di scrittori giapponesi e traduzioni di scrittori occidentali vengono pubblicati ogni anno e divorati voracemente dagli appassionati di tale genere. Nonostante le condizioni sopraccitate e la consapevolezza di un mercato letterario globalizzato, sfortunatamente sono ancora pochi i racconti di immaginazione giapponese che si conoscono al di fuori del paese e le uniche associazioni al genere sono quelle legate a mostri spaziali, a società del futuro o ad innovative scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale, che altro non sono che retaggi della grande tradizione degli anime nell’immaginario collettivo mondiale.
Il Giappone vede nascere questo tipo di narrativa in maniera diversa rispetto ad altre nazioni, come risultato di profondi cambiamenti che coinvolsero molti aspetti della vita nipponica, da quello sociale a quello politico, e che si riflessero in particolar modo sulla psiche della popolazione stessa. Al fine di capire gli sviluppi di tale genere e le tematiche affrontate nei racconti, bisogna ripercorrere alcune tappe fondamentali della storia giapponese, e questo lavoro si propone di farlo attraverso un excursus storico-culturale che parte dall’epoca Meiji (1868-1912) – periodo a cui si associa la nascita del racconto fantascientifico – per arrivare ai giorni nostri. La seconda parte prende invece in esame una delle figure più importanti nel panorama della letteratura d’immaginazione, Hoshi Shin’ichi (Tōkyō, 1926-1997), considerato come il padre del genere short-short molto popolare in Giappone.
Nato dal processo di modernizzazione a cui il Paese andò incontro dopo l’invasione occidentale del 1853, il racconto fantascientifico si impone come strumento di indagine psicologica sugli effetti che tale avvenimento produsse sulla società e sui riflessi nel mondo contemporaneo giapponese. Questo compito, che fin dagli albori esula da qualsiasi intento profetico sulle sorti di una comunità in continuo cambiamento, si manifesta in un’indiretta critica sociale attraverso l’uso dell’immaginazione, di scenari futuristici e di incontri tra umani ed extraterrestri.
Lo scrittore, sensibile verso il genere umano, agisce attraverso quello che dagli stessi giapponesi viene definito black humour, in quanto sia lettori che critici non riescono sempre a capire il messaggio che si cela dietro la sua complessa stesura, aggiunto al fatto che, nel caso dei racconti brevi l’intera narrazione si esaurisce in poche pagine. Essendo cresciuto in una distinta famiglia di scienziati e non solo, visto che il nonno si dilettava a scrivere haiku e il padre pubblicò uno dei primi racconti fantascientifici, Hoshi risente della tradizione del passato, ma allo stesso tempo fa proprie le caratteristiche della produzione occidentale; per questo motivo molti studiosi hanno difficoltà nel definirlo un pensatore propriamente orientale. La sua produzione, inoltre, si è evoluta nel corso del percorso letterario iniziato a trent’anni, dopo una laurea in chimica agricola e il lavoro presso la casa farmaceutica del padre poi chiusa per bancarotta, fino ad arrivare ad un livello di raffinatezza stilistica e tematica che ha segnato la completa maturità artistica.
I suoi lavori, che si enumerano in migliaia di racconti short-short, in alcuni romanzi e diversi saggi, raccolgono totalmente le sue idee, le sue paure, la nostalgia verso il passato e il sentimentalismo verso l’umanità con un’ironia a volte semplice quanto criptica, affettiva quanto pungente, ma sempre in sintonia con la propria interiorità. Ciò che ne risulta è una narrativa variegata e vivace, caratterizzata da finali a sorpresa, intrecci inaspettati e situazioni bizzarre.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandra Iarrusso |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Gianluca Coci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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