Alessitimia e Psicosomatica: emozioni senza voce si fanno spazio nel corpo

14 2. Alessitimia e Psicosomatica 2.1 La psicosomatica Oggi la visione dicotomica che distingueva le malattie organiche da quelle psicosomatiche è stata superata e l’alessitimia si inerisce bene nella dimensione che integra mente e corpo. La storia della psicosomatica risale a diversi secoli fa, ma è solo nel corso del XX secolo che ha acquisito un'importanza significativa come disciplina medica. La psicosomatica è un campo che studia l'interazione tra mente e corpo, concentrandosi sul modo in cui i fattori psicologici possono influenzare la salute fisica. Le prime teorie sulla connessione tra mente e corpo risalgono all'antichità, quando Cartesio nelle Metidazioni metafisiche (1641), definì gli uomini «automi» che possono essere studiati esclusivamente dal meccanicismo, la “vera filosofia” della natura. Tuttavia Cartesio distinse tra res extensa e res cogitans, affermando l’esistenza nell’uomo di due realtà distinte e separate, sostanza e anima, e negando la possibilità di ridurre l’uomo a semplice sostanza materiale. Il dono della parola infatti, «è l'unico segno e la sola prova sicura del pensiero nascosto e rinchiuso nel corpo» (Cartesio, 1641), che distingue l’essere umano da tutti gli altri animali. L’anima viene descritta come una sostanza inestesa, che non dipende dal corpo e che continua ad esistere anche dopo la morte. Il corpo invece è una sostanza estesa e matematizzabile, rispondente alle leggi della meccanica. Tale dualismo ha fortemente influenzato lo sviluppo della medicina, divenuta oggi sempre più dipendente dallo studio oggettivo degli organi e dai progressi delle scienze di base, parallelamente allo sviluppo della medicina psicosomatica. Uno dei punti di svolta nella storia della psicosomatica è stato il lavoro di Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi. Freud ha introdotto il concetto di «conversione isterica» (1893), sostenendo che i conflitti inconsci e le emozioni repressive potrebbero manifestarsi come sintomi fisici senza una causa organica evidente. La disposizione alla conversione è un tratto proprio del paziente isterico, attraverso il quale esso «rende inoffensive rappresentazioni ed idee insopportabili, incompatibili, trasformando la loro somma di eccitazione in qualcosa di somatico» (Freud, 1895, p.124). Nel fenomeno di conversione vi era dunque il problema del «salto dallo psichico al somatico», che Freud avrebbe voluto