Comunicazione indelebile: il diritto all'oblio
Il termine oblio ci fa pensare alla cancellazione definitiva di un dato perché significa "Dimenticanza". Il diritto all'oblio è il diritto di ogni persona di rettificare i dati personali che la riguardano, è il "diritto di essere dimenticati". Non sì tratta di un diritto che si può esercitare in modo assoluto perché si può chiedere solo in determinati momenti e per uno specifico episodio. Per apprendere al meglio tale diritto bisogna analizzare brevemente quelli che vengono definiti i "cambiamenti" che hanno portato al trattamento dei dati personali. La società di oggi è una società iperconnessa che tratta dati personali, da quelli dei singoli a quelli che riguardano aziende, come se fossero figurine e non come dati riservati da custodire gelosamente. Per Castells la società è iperconnessa ed ipercomplessa, verso il quale, il sociologo è ottimista attraverso le sue supposizioni, studi. Indubbiamente internet ha cambiato molteplici modelli, a partire dai modelli relazionali a finire a quelli lavorativi, plasmando quelli che sono i suoi strumenti per un proprio vantaggio. Con la nascita dei social network abbiamo un forte aumento della capacità di archiviazione digitale delle notizie, a partire dai post di Facebook, alle notizie di Twitter, alle foto di Tumblr e così via. Troviamo una distorsione delle notizie, una sorta di gioco per quanto riguarda tale esperienza essere nel mondo ma non del mondo, o viceversa. Le scienze sociali si sono occupate di tutto ciò e hanno individuato nel concetto di "gioco" un modo efficace per affrontare tali argomenti. La giurisprudenza tenta di utilizzare il termine diritto all'oblio come una fattispecie di diffamazione mediante un comportamento ritenuto omissivo, oppure per indicare una sorta di diritto alla deindicizzazione dei dati personali, o un diritto all'aggiornamento dei dati personale o, ancora, alla descrizione delle vicende occorse. Da qui, infatti, si percepisce la volontà del legislatore di adottare un quadro normativo che obblighi internet ad appunto saper "dimenticare" in determinate situazioni. Tale piazza purtroppo, tutt'oggi, difficilmente riesce ad essere controllata del tutto, avendo un controllo su tutti gli utenti che interagiscono ma sicuramente, grazie a molte figure come il Garante della Privacy, la Polizia Postale, avvocati che si occupano di giurisprudenza digitale, possiamo affermare che il controllo di una giustizia digitale si sta sviluppando sempre di più, adattando il concetto di diritto anche ad un mondo nuovo che tutt'oggi sembra essere, terribilmente, complicato. È ormai un cliché definire la nostra epoca come era digitale. Fino a qualche tempo fa la digitalizzazione era qualcosa di oscuro. Eppure, il paradigma digitale e le sue differenze rispetto all'analogico sono complessi e al tempo stesso fondamentali per capire il balzo in avanti registrato dai ricordi stessi. Nell'era del digitale e delle relazioni sempre connesse la percezione di sicurezza si percepisce sempre di meno, soprattutto perché essendo tutto pubblico non si riesce a possedere più una sfera privata, un luogo dove possiamo sentirci al sicuro e non sotto ai riflettori dei social network.
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Informazioni tesi
Autore: | Mario Ferraro |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | RICERCA SOCIALE, POLITICHE DELLA SICUREZZA E CRIMINALITÀ |
Corso: | Scienze della politica |
Relatore: | Andrea Lombardinilo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 74 |
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