L'autismo infantile: strategie di intervento e programmi di inclusione

1 INTRODUZIONE “La prima ad accorgersene fu la maestra Lucia. Silvio non amava le stesse cose che amavano i suoi compagni. Silvio amava la luce. Soprattutto quella che attraversava la grande vetrata dell’asilo nido e, filtrata dai tendoni semitrasparenti, formava lame oblique su cui si cullavano granelli di polvere. Li conosceva a uno a uno i granelli che comparivano e scomparivano durante la mattina, mentre il sole si spostava in cielo. A volte tentava di afferrarli, ma quelli cominciavano a muoversi come catturati da un vortice, e lui restava incantato a guardarsi le mani vuote…Per i suoi compagni era un tipo un po’ bizzarro, che se ne stava sempre in disparte e non dava retta a quello che gli dicevano. Ogni tanto la maestra Lucia provava ad avvicinarlo prendendolo in braccio e invitandolo a stare nel cerchio con gli altri. Silvio però sgusciava via infastidito e tornava subito davanti alla vetrata. La maestra Giulia lo chiamava allora in modo gentile e affettuoso, ma lui non rispondeva, pareva non sentire. Nel suo mondo fatto di luce e colori, di sfumature e tonalità, il suono della voce era un sottofondo senza particolare significato, una specie di schermo bianco dove volteggiavano granelli di polvere e forme luminose.” (da Il bambino che parlava con la luce, di Maurizio Arduino, Einaudi, pp. 6-7) Cosi voglio introdurre la mia tesi, incentrata sul mondo dei disturbi dello spettro autistico e le strategie di intervento messe in atto per consentire una corretta inclusione all’interno della società, e in particolar modo nei servizi educativi per la prima infanzia. La disabilità in generale, è sempre stata un tema che mi ha suscitato grande interesse, merito del tempo trascorso negli anni con persone affette da disabilità, che mi hanno aperto gli occhi facendomi notare un mondo, una società, non ancora pienamente inclusiva. Così, mi sono data un obiettivo nella vita: conoscere, essere informata, interrogarmi su tutto ciò che concerne il mondo della disabilità, per poter dare, almeno in parte, un piccolo contributo all’inclusione; quindi, dover aver analizzato la disabilità da un punto di vista fisico in un mio recente elaborato, ho deciso ora di focalizzarmi su un altro punto, di più difficile comprensione.