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L'apprendimento del cinese e dell'italiano: esperienze di studenti universitari a confronto

Il presente lavoro di tesi analizza alcuni elementi linguistici che caratterizzano due lingue tipologicamente molto distanti tra di loro: il cinese standard e l'italiano standard.
Dal punto di vista genealogico, il cinese fa parte della famiglia sino-tibetana e l'italiano della famiglia indoeuropea; dal punto di vista tipologico, invece, il cinese è una lingua isolante, ossia "una lingua in cui la struttura della parola è la più semplice possibile in quanto tendenzialmente costituita da un solo morfema, la più piccola unità di significato" (Berruto & Cerruti 2011: 246), mentre l'italiano appartiene al gruppo delle lingue fusive, conosciute anche come flessive, definite come "lingue che presentano parole internamente abbastanza complesse, costituite tendenzialmente da una base lessicale semplice o derivata e da uno o anche più affissiflessionali che spesso sono morfemi cumulativi" (Berruto & Cerruti 2011: 247).
Un ulteriore scopo è quello di esplorare le difficoltà esperite nell'apprendimento da parte di studenti universitari italiani e cinesi che imparano queste lingue e proporre uno studio originale basato su dati raccolti tramite questionari progettati ad hoc.
Il primo capitolo di tesi vuole descrivere queste due lingue dal punto di vista della linguistica, "ramo delle scienze umane che studia la lingua" (Berruto & Cerruti 2011: 1), presentando nel dettaglio un'analisi contrastiva del sistema di scrittura (§ 1.2), del sistema tonale (§ 1.3) e di quello verbale (§ 1.4) unitamente a esempi volti a esplicitare i concetti.
Nel secondo capitolo viene presentata la metodologia utilizzata per raggiungere lo scopo di tesi, che è quello di comprendere quali sono gli elementi linguistici che gli studenti madrelingua cinese ritengono particolarmente difficili durante l'apprendimento dell'italiano come L2 e quelli che gli studenti madrelingua italiana considerano ostici durante lo studio del cinese come L2.
La metodologia utilizzata, descritta nel secondo capitolo, è quella del questionario, sottoposto a cinquanta studenti dell'università di Genova, venticinque cinesi e venticinque italiani, ai quali sono state poste alcune domande in merito alle loro esperienze di studio della seconda lingua.
Il terzo capitolo analizza i dati che sono stati raccolti in fase di somministrazione del questionario ed è seguito da un quarto ed ultimo capitolo in cui vengono tratte le conclusioni della ricerca svolta.
Seguono le appendici che contengono il testo integrale dei questionari utilizzati.
Per mia personale esperienza e per quello che ho potuto notare durante l'aiuto dato a studenti italiani, le principali problematiche che noi riscontriamo nello studio del cinese risiedono nel sistema di scrittura e in quello tonale, entrambi non presenti nella nostra lingua; ho dedotto invece che gli studenti cinesi riscontrano molta difficoltà con lo studio di elementi grammaticali quali il genere e il numero, il sistema verbale e la pronuncia di alcune consonanti non presenti nel loro sistema fonetico.
Con i questionari si verificherà se l'ipotesi è effettiva o se invece viene confutata.

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3 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE 1.1 Oggetto di indagine e scopi della tesi Il presente lavoro di tesi è volto ad analizzare alcuni elementi linguistici che caratterizzano due lingue tipologicamente molto distanti tra di loro, ovvero il cinese standard (conosciuto in cinese come 普通 话 pǔtōnghuà) e l’italiano standard. In realtà lo scopo è anche un altro, ossia esplorare le difficoltà esperite nell’apprendimento da parte di studenti universitari italiani e cinesi che imparano queste lingue e proporre uno studio originale basato su dati raccolti tramite questionari progettati ad hoc. Alle due lingue prese in considerazione è stato accostato il termine “standard” in quanto è importante specificare che in questo lavoro vengono analizzati alcuni elementi delle lingue usate come modelli di riferimento per l’insegnamento scolastico e che non presentano perciò marche sociolinguistiche: il cinese standard, lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese che trae le sue origini dal dialetto di Pechino, è stato stimato che venga capito dal 97% della popolazione ma solo una percentuale che si aggira intorno all’80% lo parla. Spesso, coloro i quali non risiedono nei centri urbani tendono a portare avanti l’utilizzo del dialetto soprattutto in famiglia e con amici, in quanto per i cinesi i dialetti sono simbolo di identità regionale (Abbiati 2008); un attaccamento al dialetto che in Italia, soprattutto al Nord (con la macroscopica eccezione del Veneto), si è andato perdendo con il passare dei decenni. L’italiano standard, basato sul volgare fiorentino del Trecento, diventa lingua nazionale dalla prima metà del Cinquecento con la fioritura di grammatiche del volgare; in Italia viene utilizzato soprattutto nelle conversazioni e nella scrittura formale in quanto normalmente si utilizza un’altra forma di italiano conosciuta come italiano neostandard. Dal punto di vista genealogico, il cinese fa parte della famiglia sino-tibetana e l’italiano della famiglia indoeuropea (nello specifico, appartiene al ramo delle lingue romanze). Dal punto di vista tipologico, invece, il cinese è una lingua isolante, ossia “una lingua in cui la struttura della parola è la più semplice possibile in quanto tendenzialmente costituita da un solo morfema, la più piccola unità di significato” (Berruto & Cerruti 2011: 246), mentre l’italiano appartiene al gruppo delle lingue fusive, conosciute anche come flessive, definite come “lingue che presentano parole internamente abbastanza complesse, costituite tendenzialmente da una base lessicale semplice o derivata e da uno o anche più affissi

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Parole chiave

insegnamento
apprendimento
lingua italiana
questionario
grammatica
caratteri
tipologia linguistica
lingua cinese
l1 e l2
sistema tonale

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