Nel "gioco" della moda tra letteratura e teatro
La tesi, come si evince dallo stesso titolo Nel "gioco" della moda tra letteratura e teatro, prende in esame la presenza e la funzione della "moda" nella cultura letteraria e teatrale italiana nel XVIII secolo.
La moda divenne uno strumento di scalata sociale, il borghese grazie ai suoi abiti alla moda poteva essere simile all’aristocratico ed entrare a far parte del suo ambiente. La moda divenne dunque sovvertitrice dell’ “ordine sociale”, perché riduceva la differenza tra le classi e promuoveva l’ affermazione della borghesia. Proprio per questo motivo, la Repubblica di Venezia emanò alcune leggi che regolavano l’ uso degli indumenti a secondo della classe sociale di appartenenza, ma esse risultarono difficili da applicare. Il processo di trasformazione sociale si era avviato ed era impossibile fermarlo.
Seguire le abitudini ritenute alla moda e indossare capi di abbigliamento in voga divenne una vera mania, tanto che questi tratti caratterizzanti della società settecentesca furono presenti in tutte le opere letterarie e teatrali del tempo o in senso realistico o in senso ironico.
Proprio perché rispondente ad una lettura in chiave satirica della società settecentesca è stato scelto Parini. Ne Il Giorno, Parini, in nome della sua ideologia cattolica ed illuministica, giustifica le differenze sociali, ma rivendica il ruolo e i doveri che ciascuna classe ha nei confronti della società. Descrive, pertanto tutti le abitudini, l’abbigliamento, le acconciature dell’ aristocrazia, ma lo fa con ironia, difatti il suo poema altro non è che una denuncia contro l’ ozio, i vizi e le false relazioni affettive che caratterizzano tale classe sociale.
Lo studio ha evidenziato come l’atteggiamento che l’Italia, e in particolare la Repubblica di Venezia, ebbero di fronte alle nuove tendenze letterarie straniere ed i generi ad esse legati fu di chiusura e opposizione. La nuova letteratura d’intrattenimento che aveva sovvertito il vecchio rapporto letteratura-scopo edificante era giudicata in maniera negativa dalla cultura tradizionale, e con essa era stato messo al bando anche il nuovo genere letterario ad essa legato: il romanzo.
Questo aspetto della cultura settecentesca è stato preso in esame attraverso la figura di Pietro Chiari, unico autore che si distinse dal coro ed accolse e si allineò alla moda letteraria straniera, tanto da essere considerato l’inventore del romanzo italiano.
L’ ultimo Autore passato in rassegna è stato Giacomo Casanova, in quanto si servì del suo fascino seduttivo e della moda per diventare mito ed emblema della società settecentesca. Le sue opere autobiografiche: “Histoire de ma fuite des prisons de la République de Venise qu'on appelle les Plombs”, “Histoire de ma vie” offrono un quadro della società settecentesca, con i suoi vizi, le sue virtù, i suoi pregiudizi e i suoi interessi. Casanova, quale esponente di quella società, incarna la figura del borghese settecentesco, che tenta attraverso l’imitazione dei costumi dell’ aristocrazia, di diventare parte integrante di essa e di soddisfare anche il desiderio narcisistico di piacersi. Certamente un contributo notevole all’ avventura della sua vita è stato dato dalla seduzione, una caratteristica che l’ha consacrato come un mito nell’immaginario collettivo e che ha lasciato spazio ad una vera e propria diatriba tra i difensori e i detrattori di Casanova.
Un esempio a tal proposito è stato offerto dal confronto tra due saggi: “Il catalogo è questo” di Lionello Puppi e “Giacomo Casanova il seduttore autentico” di Federico di Trocchio. I due saggisti esprimono giudizi contrastanti: secondo Puppi, la seduzione in Casanova è un procedimento rituale, ripetitivo che non cambia né in base alle situazione né in base alla “preda”; secondo Di Trocchio, invece, Giacomo Casanova è un amante autentico che nel momento in cui ama lo fa con sincerità e non solo per accrescere il numero del “catalogo”.
Un giudizio altrettanto positivo su Casanova è stato ravvisato anche nell’opera La recita di Bolzano di Sandor Marai. Giacomo Casanova e Francesca (incontrata cinque anni prima a Pistoia)per loro desiderio e per volere del conte di Parma si incontrano a Bolzano, ma Casanova decide di non possederla perché è consapevole di non poter garantire alla donna ciò che ella chiede: una vita insieme.
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Informazioni tesi
Autore: | Salvatore Manzo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Antonia Lezza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 39 |
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