Quanto smart è lo smart working? Limiti, vantaggi, prospettive future di un'organizzazione del lavoro che cambia

2 Introduzione Negli ultimi decenni il mondo del lavoro è profondamente mutato. A partire dagli anni Settanta del secolo scorso le imprese sono spinte a profonde ristrutturazioni. Sono gli anni di forti turbolenze a livello internazionale (crisi petrolifere), di cambiamenti nella domanda dei consumatori, ma anche di eccezionali progressi nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Le aziende rispondono attraverso processi di deverticalizzazione, al fine di far fronte più agilmente ai cambiamenti in corso e attraverso l’adozione di metodologie di lavoro sempre più flessibili. In questo contesto si sono intensificati grandi dibattiti sulle nuove modalità di organizzazione del lavoro ed in particolare sullo smart working. Attorno a questo concetto continua a permanere una forte disinformazione che porta ad interpretazioni spesso superficiali ed approssimative e non permette di valutare gli effettivi impatti in termini di benefici o di danni di questa forma di organizzazione del lavoro. L’obiettivo della seguente relazione finale consisterà nel definire lo smart working, valutare i limiti e i vantaggi e determinare la misura in cui lo smart working sia o non sia smart. A partire da questo obiettivo, l’indagine viene strutturata in più parti. Nel primo capitolo, all’interno del primo paragrafo, viene fornita una introduzione al tema dello smart working delineandone i tratti fondamentali. Viene inoltre fatto un confronto con il telelavoro evidenziando le similitudini e le differenze tra le due modalità di organizzazione del lavoro. Nel secondo paragrafo viene presentata la figura dello smart worker e le qualità che lo caratterizzano, viene fatto un confronto con il lavoratore autonomo e sollevata la problematica dei “colletti bianchi” e dei “colletti blu”. Nel secondo capitolo si passa alla rassegna dei limiti e dei vantaggi che l’implementazione dello smart working può portare alle aziende e ai lavoratori. L’analisi viene strutturata seguendo tre filoni tematici: controllo, autonomia e ruolo della tecnologia, equilibrio tra la vita privata e la vita lavorativa, solitudine sociale e organizzativa del lavoratore.