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I benefici della pratica di nuoto e bici nel podista

In questa tesi l'intenzione è quella di analizzare e approfondire i benefici che la pratica di discipline come il nuoto e il ciclismo, praticati in combinazione ad allenamenti di corsa di endurance, possono apportare a quest'ultima, sia a livello di prestazione, sia a livello di prevenzione da eventuali infortuni che molto spesso colpiscono il podista.
La composizione dell'elaborato ha comportato l'analisi di diversi e molteplici aspetti riguardanti tale tematica, ma allo stesso tempo ancora molti elementi meriterebbero un ulteriore approfondimento.
Andremo nello specifico ad affrontare dapprima la disciplina della corsa, analizzandone le peculiarità biomeccaniche e fisiologiche che la contraddistinguono. Si affronterà quindi il modello prestazionale della corsa, di base bifasica, composto da una fase principale e da una fase finale-preparatoria.
Si apre poi il secondo capitolo dedicato agli effetti benefici che l'allenamento combinato, inteso come l'allenamento simultaneo di due o piò sport, di nuoto, ciclismo e corsa può apportare a quest'ultima. Il primo argomento affrontato riguardo tale tematica tratta il trasferimento degli effetti dell'allenamento sui livelli di VO2 max tra le tre discipline. Per prima viene presa in analisi la disciplina del ciclismo, in cui diversi studi riportano eguali miglioramenti a livello di performance cardiovascolare a fronte di allenamenti di corsa e ciclismo. Passando poi alla disciplina del nuoto, i dati raccolti scarterebbero l'ipotesi che esso possa produrre significativi miglioramenti in termini di VO2 max nel podista. Tuttalpiù potrebbe essere considerato come un valido mezzo di mantenimento del livello di performance cardiovascolare per la corsa.
In seguito, si è osservato come l'allenamento di ciclismo applicato ad una preparazione podistica va a compensare quei deficit a livello muscolare che si riscontrano nel solo allenamento di corsa grazie alla stimolazione complementare del muscolo sia in contrazione eccentrica che in contrazione concentrica.
La tematica successiva tratta i miglioramenti nella performance di corsa indotti dalla frequenza, o cadenza di pedalata: viene proposta l'ipotesi secondo la quale la cadenza della pedalata può influenzare la frequenza del passo di corsa e di conseguenza modificarne la velocità, confermata poi dai dati emersi da diversi studi.
L'attenzione si focalizza poi sul ruolo che l'allenamento combinato di nuoto, ciclismo e corsa svolge nella cura e prevenzione dei rischi legati alla corsa di endurance. Dopo una breve introduzione sui principali infortuni legati alla pratica della corsa, vengono dapprima analizzati i benefici legati alla pratica del ciclismo per poi passare alla disciplina del nuoto.
Seguono infine le conclusioni in cui, da un'analisi generale, risulta evidente come la pratica combinata di ciclismo rappresenti per il podista un mezzo sia in termini di miglioramento della performance sia di prevenzione e recupero dagli infortuni, mentre il nuoto giochi un ruolo più decisivo nella prevenzione e riabilitazione. Viene inoltre ribadito che gli allenamenti combinati tra le tre attività sono utili al miglioramento della capacità aerobica e la tenuta muscolare sulle lunghe distanze, senza però favorire l'apprendimento tecnico specifico di ogni singola disciplina. La pratica di nuoto e bici dovrebbe quindi essere solo un complemento alla corsa in quanto non potranno mai sostituire totalmente quest'ultima in maniera efficace.

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INTRODUZIONE In questa tesi l’intenzione è quella di analizzare e approfondire i benefici che la pratica di discipline come il nuoto e il ciclismo, praticati in combinazione ad allenamenti di corsa di endurance, possono apportare a quest’ultima, sia a livello di performance, sia a livello di prevenzione da eventuali infortuni che molto spesso colpiscono il podista. La composizione dell’elaborato ha comportato l’analisi di diversi e molteplici aspetti riguardanti tale tematica, ma allo stesso tempo ancora molti elementi meriterebbero un ulteriore approfondimento. Andremo nello specifico ad affrontare dapprima la disciplina della corsa, analizzandone le peculiarità biomeccaniche e fisiologiche che la contraddistinguono. Si affronterà quindi il modello prestazionale della corsa, di base bifasica, composto da una fase principale e da una fase finale- preparatoria: la prima caratterizzata da azioni di apertura degli angoli alle articolazioni interessate con conseguente spostamento verso l’avanti del centro di massa e la seconda, suddivisa in quattro istanti, dalla chiusura degli angoli stessi. Si apre poi il secondo capitolo dedicato agli effetti benefici che l’allenamento combinato, inteso come l’allenamento simultaneo di due o piò sport (Hickson, 1980), di nuoto, ciclismo e corsa può apportare a quest’ultima. Il primo argomento affrontato riguardo tale tematica tratta il trasferimento degli effetti dell’allenamento sui livelli di VO2 max tra le tre discipline. Per prima viene presa in analisi la disciplina del ciclismo, in cui diversi studi riportano eguali miglioramenti a livello di performance cardiovascolare a fronte di allenamenti di corsa e ciclismo (Pollock et al. 1975) (Tanaka et al. 1987) (Moroz e Houston, 1987). Altri studi hanno inoltre riportato significativi miglioramenti in termini di performance cardiovascolare (Pechar et al. 1974)(Pierce et al. 1990), a supporto dell’ipotesi del trasferimento degli effetti dell’allenamento sui livelli di VO2 max dal ciclismo alla corsa. Passando poi alla disciplina del nuoto, fonti hanno riportato che, in soggetti non allenati, i livelli di VO2 max ottenuti durante un allenamento di nuoto corrispondano approssimativamente al 75-80% di quelli ottenuti durante una corsa (Holmer, 1972), mentre in soggetti allenati i valori raggiungono addirittura il 95% (Magel et al. 1967). Uno studio successivo ha inoltre suggerito un aumento di circa il 10% dei livelli di VO2 max nella corsa a fronte di un allenamento intenso di nuoto (Houston et al. 1981), smentito però da uno studio condotto da Magel et al. (1975) in cui è emerso che l’allenamento ha prodotto un aumento significativo dei livelli di VO2 max durante il nuoto, ma non durante la corsa, suggerendo che il trasferimento degli effetti dell’allenamento sui livelli di VO2 max non sia favorito dal nuoto alla corsa. Al contrario, è stato 4

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sport
ciclismo
biomeccanica
infortunio
forza
allenamento
nuoto
corsa
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