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Lucio Fontana scultore nella Milano degli anni Trenta

Questo elaborato ha la finalità di analizzare la figura di Lucio Fontana, concentrandosi in particolare sulla sua figura di scultore a Milano nel corso degli anni Trenta.
Comunemente noto ai più per i suoi Concetti spaziali, Lucio Fontana nasce in realtà come scultore e lo è in modo esclusivo dalla metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Quaranta. Più precisamente, si potrebbe definire Fontana come un artista sperimentatore, la cui ricerca si esplica, di volta in volta, tramite tecniche differenti: scultura, ceramica, mosaico e pittura, passando tra il linguaggio figurativo e quello astratto, abbattendo i tradizionali confini tra pittura, scultura e architettura; quella di Fontana si configura come un'arte totale, la sua ricerca appare costantemente aperta alla sperimentazione.

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3 INTRODUZIONE Questo elaborato ha la finalità di analizzare la figura di Lucio Fontana, concentrandosi in particolare sulla sua figura di scultore a Milano nel corso degli anni Trenta. Comunemente noto ai più per i suoi Concetti spaziali, Lucio Fontana nasce in realtà come scultore e lo è in modo esclusivo dalla metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Quaranta. Più precisamente, si potrebbe definire Fontana come un artista sperimentatore, la cui ricerca si esplica, di volta in volta, tramite tecniche differenti: scultura, ceramica, mosaico e pittura, passando tra il linguaggio figurativo e quello astratto, abbattendo i tradizionali confini tra pittura, scultura e architettura; quella di Fontana si configura come un’arte totale, la sua ricerca appare costantemente aperta alla sperimentazione. In seguito ad un excursus riguardante la prima formazione dell’artista a fianco del padre in Argentina, indispensabile al fine di comprendere i successivi sviluppi della sua ricerca, si passa dunque ad esaminare la produzione milanese di Fontana negli anni che precedono il secondo conflitto mondiale: è infatti a partire dagli anni Trenta che per la prima volta Fontana inizia realmente a prendere coscienza del proprio fare artistico, dando forma ad una poetica, ad un linguaggio assolutamente personale; tutto ciò avviene sullo sfondo di Milano, città aperta e in dialogo con l’Europa, con la quale l’artista intrattiene, a partire da questo decennio, un costante legame. Viene dunque analizzata l’esperienza di Fontana all’Accademia di Brera, il periodo ‘’classico’’ della sua attività, nel corso del quale egli entra a contatto con il movimento artistico Novecento e durante il quale svolge un ruolo di primo piano la figura del maestro Adolfo Wildt, personalità del tutto eccentrica all’interno del panorama artistico italiano ed europeo. In seguito, è esaminata la svolta ‘’primitivista’’ dell’artista, che a partire dal 1930 rappresenta una radicale rivoluzione del suo linguaggio, la definitiva rottura con il classicismo wildtiano e novecentista e l’inizio di un nuovo capitolo nell’avventura di Fontana; tale ‘’nuovo corso’’ nella scultura dell’artista è simboleggiato dall’Uomo nero del 1930. Il terzo ed ultimo capitolo è dedicato infine alla Galleria del Milione – luogo di nascita dell’astrattismo italiano – ed al profondo legame che Fontana instaura, nel corso di tutti gli anni Trenta, con questo luogo. La parabola artistica di Fontana nel corso degli anni Trenta conduce a due considerazioni. Anzitutto, a partire dal 1930 si distinguono alcune componenti che, da questo momento, costituiscono la base del linguaggio dell’artista e che ricorreranno – pur in diversi modi e

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novecento
scultura
storia dell'arte
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lucio fontana
università degli studi di parma

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