Democrazia e critica dei totalitarismi nella filosofia politica di Karl Popper

3 INTRODUZIONE Sir Karl Raimund Popper 1 nasce da una famiglia di origini ebraiche e si laurea in filosofia nel 1928, frequentando l’Università di Vienna. Popper è stato un filosofo ed epistemologo austriaco naturalizzato britannico. Egli è anche considerato il più importante filosofo politico del XXI secolo, liberale, difensore della democrazia e dell'ideale di libertà e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli/Questi è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza e la difesa della "società aperta" 2 . Popper si definisce un liberale, non come simpatizzante di qualche partito politico, ma come propugnatore di quel filone di pensiero, che pone al centro della sua analisi ed azione politica la libertà individuale, unita alla consapevolezza dei pericoli inerenti alle forme di potere e di autorità. La filosofia politica di Popper presenta due caratteri essenziali e centrali: l’antitotalitarismo e l’anticonservatorismo 3 . Il suo è un pensiero filosofico, che predilige una linea di cambiamento razionale ed umano, non violento. Egli definisce il suo pensiero come una filosofia politica gradualistica, riformistica e basata sui princìpi dell’empirismo. Il pensiero filosofico delle grandi ipotesi cosmiche, risolutive e finali porta inevitabilmente a soluzioni reazionarie o rivoluzionarie: si denota una coincidenza intercorrente tra la prospettiva conservatrice e quella progressista, entrambe “totalizzanti” e “totalitarie” 4 , le quali portano a conseguenze nefaste 1 Vienna, 28 luglio 1902 – Londra, 17 settembre 1994. 2 Cfr. Girolamo Cotroneo, “Popper e la società aperta”, Milano, SugarCo Edizioni s.r.l., 1981, p. 37. 3 Cfr. Dario Antiseri, Karl. R Popper, “Epistemologia e società aperta”, Roma, Armando ed., 1972, pp. 227-232. 4 Cfr. Ibidem.