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«Sì cominciò Beatrice questo canto». Strategie retoriche negli esordi della Commedia.

Il tema di cui si occupa questa tesi è relativamente poco studiato nella critica dantesca e, in una certa misura, nuovo. L'analisi degli esordi di canto infatti è stata percepita come un problema critico solo a partire dagli anni '80 del '900. Più recentemente, Luigi Blasucci, in Per una tipologia degli esordi nei canti danteschi, affronta i proemi come un tema critico autonomo, da esaminare con un intento classificatorio. Blasucci distingue infatti tra esordi narrativi ed esordi retorici. Assumendo gli studi precedenti come punto di partenza, la mia indagine mira a chiarire le strategie retoriche impiegate da Dante negli esordi dei cento canti della Commedia. Il lavoro è distinto in tre capitoli. Nel primo ho illustrato l'importanza che l'esordio assume nella tradizione retorica latina nota al poeta e di come quest'ultimo abbia dato, nell'Epistola a Cangrande, una definizione di prologo che riprende quella formulata da Aristotele nella Retorica. Partendo dalla classificazione di Blasucci, ho poi indagato la distribuzione testuale delle due tipologie di incipit. Sono passata infine alla presentazione delle caratteristiche dei due gruppi.
Oggetto della mia analisi sono stati in prima battuta gli attacchi narrativi, che si prestano più facilmente alla categorizzazione, presentando un numero limitatissimo di varianti, tra le quali spicca quella mimetica.
Ben più complicata è la classificazione degli esordi retorici, che ho scandito dapprima in base alla funzione che essi svolgono, individuando così la macro categoria degli esordi metaletterari, poi in base al loro aspetto retorico-stilistico, distinguendo cioè gli incipit con apostrofe, con similitudine, con sentenze e, infine, con perifrasi astronomiche.
Nei capitoli successivi, mi sono occupata dei soli esordi retorici. In particolare, il secondo è dedicato all'analisi dei proemi metaletterari. Straordinariamente complessi e densi, essi rivelano le strategie alla base della scrittura del poema. Tra questi compare anche l'esempio ibrido di Inferno II, che presenta un attacco narrativo, ma procede poi con una protasi completa. Ma il secondo canto infernale non è il solo esempio problematico a figurare in questo gruppo. Un altro caso ibrido è infatti quello di Inferno III, che, diversamente da Blasucci, propongo di classificare tra gli esordi retorici metaletterari piuttosto che tra quelli narrativi mimetici. Nel secondo paragrafo è analizzato il sotto-gruppo degli incipit metaletterari con appello al lettore, i quali interrompono il continuum narrativo per richiamare esplicitamente l'attenzione del fruitore, spesso instaurando con lui uno specifico patto di lettura.
Il terzo capitolo è destinato allo studio dei prologhi retorici non funzionali a chiarire le strategie compositive del poema. La loro minore complessità mi ha consentito di condurre l'analisi quasi esclusivamente per testi campione, volti a illustrare le quattro categorie individuate nella prima parte del mio lavoro. Solitamente sviluppati come invettive nei confronti di personaggi esterni alla narrazione o di entità astratte, i proemi con apostrofe tendono in genere a denotare uno stato di forte emotività soggettiva.
Segue un paragrafo riservato agli incipit contenenti similitudini, che ho diviso in tre sotto-gruppi sulla base del diverso rapporto tra illustrans e illustrandum.
Per il gruppo degli esordi con sentenze o riflessioni di ordine generale non è stato possibile selezionare esordi esemplari per l'intera categoria. Nel caso di una figura di pensiero come la sentenza, infatti, è inevitabile che il contenuto tematico interferisca con l'aspetto formale. Ho dunque preso in esame tutti i proemi appartenenti a questa classe, tenendo conto dei loro temi.
L'ultimo gruppo è costituito dagli esordi con descrizioni o perifrasi astronomiche. Essi svolgono una duplice funzione: da una parte, introducono ampie descrizioni dei cieli che spezzano il continuum narrativo, dall'altra il loro valore di perifrasi temporali consente di rilanciarlo, scandendo la cronologia del viaggio.

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2 Introduzione Per uno studio degli esordi dei canti della Commedia 1. Gli esordi dei canti della Commedia: lo status quaestionis In un saggio intitolato Per una tipologia degli esordi nei canti danteschi 1 , Luigi Blasucci si è occupato di analizzare gli esordi dei canti della Commedia e di darne una chiave di lettura. Il saggio si apre con un riferimento ad altri tre studi dedicati allo stesso argomento: Gli inizi e i finali di canto nella Divina Commedia, di Remo Fasani 2 ; Pause e intercanti nella «Divina Commedia», di Guido di Pino 3 ; e La teoria del cominciamento, di Guglielmo Gorni 4 . Blasucci osserva che il primo è «il più documentato dei tre (…) ricco (…) di riferimenti alla tradizione classica e medievale» 5 e ingaggia con questo un serrato confronto. Cercherò dunque di riassumerne le linee principali. Lo studio di Fasani ha due obiettivi dichiarati: riconoscere i versi, che «costituiscono gli inizi e i finali e (…) farne l’esame». Nelle Conclusioni 6 sono riportati i risultati di tale analisi: L’inizio e il finale posseggono (…) dei caratteri specifici, che non solo li distinguono l’uno dall’altro, ma li rendono opposti e complementari nella struttura di un canto. Gli inizi sono di regola elaborati, hanno un tono lento e solenne e corrispondono alla volontà del poeta di assumersi tutto il peso della nuova materia e di farlo assumere (…) anche al lettore, di cui si cerca di svegliare l’attenzione (…). I finali (…) hanno (…) un tono leggero e veloce e corrispondono, nel complesso del canto, a un sensibile stacco ritmico, dopo il quale si arriva inarrestabilmente al punto di riposo. (…) se gli 1 Luigi BLASUCCI, Letture e saggi danteschi, Pisa, Edizioni della Normale, 2014, pp. 75-108. 2 Remo FASANI, Gli inizi e i finali di canto nella Divina Commedia, in «Studi e problemi di critica testuale», 1991, 43, pp. 5-47. 3 Guido DI PINO, Pause e intercanti nella «Divina Commedia» e altri studi, Bari, Adriatica editrice, 1982, pp. 11-38. 4 Gugliemo GORNI, Il nodo della lingua e il verbo d’amore. Studi su Dante e altri duecentisti, Firenze, Le Monnier, 1981, pp. 143-182. 5 L. BLASUCCI, Letture e saggi danteschi, p. 75. 6 R. FASANI, Gli inizi e i finali di canto nella Divina Commedia, pp. 40-47.

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