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Fattori di rischio e biomarcatori nel carcinoma squamoso delle vie aerodigestive superiori

Il carcinoma squamocellulare del distretto testa-collo (HNSCC) è il sesto tra i più comuni casi di tumore. Anticipare la terapia di tale tumore, attraverso la valutazione del rischio di progressione delle lesioni preneoplastiche, è condizione essenziale per il suo controllo. Leucoplachie e, in misura minore, eritroplachie, sono lesioni relativamente frequenti e le seconde sono quelle a maggior rischio di trasformazione maligna. Il loro rischio di progressione verso la malignità, in parte dipendente dalla concomitante presenza e grado di displasia, è molto variabile (1-20% dei casi). Sfortunatamente a tutt'oggi sono ancora assai limitate le conoscenze sulle alterazioni genetiche associate e sui biomarcatori, che presumibilmente sono responsabili dell'induzione e della progressione maligna di tali neoplasie. Si compie quindi un grosso sforzo clinico per seguire tutti i pazienti che si presentano con displasie anche lievi, in mancanza di marcatori idonei. Inoltre risulta necessario individuare caratteristiche biologiche dei tumori maligni quali fattori prognostici in modo tale da procedere a trattamenti differenziati che non si basino esclusivamente sulla valutazione clinica TNM. L'unità diagnostica terapeutica segue più di 200 pazienti per questa patologia. Dopo visita medica i pazienti sono selezionati per entrare nello studio in base alla diagnosi. Nel presente studio ci si propone di utilizzare diversi marcatori biologici potenzialmente informativi sul rischio di progressione di lesioni preneoplastiche, questi includono: make-up genetico (polimorfismi metabolici) e citoistologia (micronuclei). La teoria del cancro come processo a tappe multiple predice che l’insorgenza della neoplasia, sia dovuta ad una serie di modificazioni funzionali, presenti in modo concomitante nella cellula. L'instabilità genomica sembra avere un ruolo preminente nel determinare l'accumulo di mutazioni che sono alla base di tali modificazioni funzionali. I polimorfismi di geni che controllano il metabolismo dei componenti del fumo di sigaretta e dell'alcool, i due principali fattori di rischio per l'HNSCC, potrebbero avere un ruolo rilevante e particolari combinazioni alleliche potrebbero essere fattori genetici predisponenti a questa neoplasia. I micronuclei, forniscono un’informazione integrata sul danno genotossico conseguente all’esposizione ai fattori di rischio ambientali. L'esito infausto della progressione neoplastica è dovuto, tra le altre cose, alla capacità della cellula di eludere la sorveglianza immunitaria. Caratteristica di questo studio, e suo obiettivo principale, è quella di considerare e correlare tra loro i diversi biomarcatori citati. I risultati ottenuti, considerando il contenuto di micronuclei evidenziano, in rapporto a quanto rilevato nel tessuto normale dei soggetti con precancerosi e tumori del distretto cervico-cefalico, un aumento statisticamente significativo nel contenuto di micronuclei nel tessuto precanceroso (Z=3.81, P<0.0001) e canceroso (Z=1.98, P=0.047). E’ interessante sottolineare come un aumento statisticamente significativo di micronuclei, si rileva nella mucosa “cicatriziale” dei soggetti resi NED dopo trattamento, in rapporto a quanto osservato nelle cellule della guancia sana degli stessi soggetti (Z=4.04, P<0.0001). In seguito al confronto tra i contenuti di micronuclei nelle cellule provenienti da scraping sulla guancia sana, effettuato nei casi e nei controlli, si nota nei soggetti con cancro in atto o pregresso un contenuto di micronuclei significativamente più elevato rispetto ai soggetti del gruppo di controllo (Z=1.92, P=0.05 e Z=2.31, P=0.02, rispettivamente). Valutando la presenza di polimorfismi nei geni CYP2A6, CYP2D6, CYP2E1, si osserva un aumento di rischio superiore a 2 di sviluppare precancerosi nel gruppo con polimorfismo nel CYP2D6 (P=0.11). Si vuole in tal modo verificare se, partendo dal soggetto ammalato sia possibile definirne un quadro generale (esposizione a fattori di rischio, make-up genetico ed immunologico, biomarcatori) che aiuti il clinico a dare una valutazione delle alterazioni anatomopatologiche più precisa.

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3 INTRODUZIONE Il carcinoma spinocellulare della cavità orale costituisce il 3-5% di tutte le neoplasie maligne umane. Poiché una diagnosi precoce si è dimostrata capace di migliorare notevolmente la percentuale di sopravvivenza a 5 anni di pazienti affetti da tale neoplasia si è dedicato notevole impegno, soprattutto in quest'ultimo decennio, ad individuare eventuali modificazioni biologiche, che potessero funzionare come marcatori precoci delle alterazioni ritenute premaligne. I dati morfologici che tradizionalmente vengono utilizzati per riconoscere una lesione premaligna ( rilievo istologico di iperplasia, displasia, indice mitotico e modificazioni nucleo- citoplasmatiche ) si sono dimostrati poco adatti a rivelare con sufficiente precocità la presenza di lesioni premaligne e fornire quelle informazioni attinenti il rischio di trasformazione maligna richieste dai programmi di chemioprevenzione (1). Poiché le lesioni preneoplastiche sono il campo d'azione di numerose strategie terapeutiche tese a bloccare o comunque a rallentare la loro progressione neoplastica, se non, in certi casi a far regredire le alterazioni, la crescente consapevolezza del ruolo dei biomarcatori precoci e dei fattori genetici nel condizionare la suscettibilità allo sviluppo della malattia neoplastica, ha indotto, anche in questo campo, alla ricerca di pattern

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Muzza
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Medicina e Chirurgia
  Relatore: Pierluigi Percivale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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Parole chiave

biomarcatori
carcinomi
cavo orale
laringe
otorinolaringoiatria
neoplasie
distretto cervico-cefalico
marker tumorali
carcinoma squamocellulare
tumori della gola
hnscc
tumori

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