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Bullismo e Cyberbullismo: Una società violenta?

L’incremento dei casi di violenza esplosi negli ultimi anni tra i giovanissimi mi ha spinto a scegliere la tematica relativa al Bullismo.
Nonostante la preoccupante diffusione del fenomeno, la tematica è trattata con sconcertante superficialità, o è confusa con altri atti di violenza, come il teppismo, i furti, gli atti vandalici ecc.
L’ambiente scolastico risulta essere il “luogo” all’interno del quale il bullismo si diffonde maggiormente: infatti, recenti ricerche dimostrano come i casi di bullismo tra le mura scolastiche e i luoghi di aggregazione giovanile siano in costante crescita. Emerge che ben uno studente su tre ha subito atti di violenza relative al bullismo almeno una volta.
Anche il cyberbullismo, vale a dire il bullismo online, sta prendendo piede sempre più. Il 34% dei casi di bullismo registrati negli ultimi anni sono stati infatti “consumati” in rete.
Un utilizzo errato delle nuove tecnologie di comunicazione come i social network, portano una forma di violenza antica come il bullismo a trasformarsi in un mostro di odio ancora più ostico e difficile da contrastare, in quanto un semplice cellulare permette al bullo di “infiltrarsi” nelle case delle vittime designate, perseguitandole tramite messaggi, post sui vari social network, video e immagini offensivi.
Il fatto più sconcertante è che di bullismo e cyberbullismo non si parla: infatti una vittima su tre tende a non parlare dell’esperienza vissuta per vergogna di essere giudicati e non compresi dalle altre persone e molte volte anche per superficialità dato che gli atti prevaricatori tra i giovani, risultano delle consuetudini comportamentali.
Il seguente lavoro approfondirà in maniera esaustiva i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, i suoi attori e tutte le dinamiche a questi due atti di violenza collegate, con l’intenzione di avere una maggiore consapevolezza concettuale e di diffusione. Verranno proposte tecniche di prevenzione e di intervento utili ad arrestare un avanzamento di queste due forme di violenza che oggi sembra essere incontrollato.

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1.1 Il bullo “E’malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s’inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro”. Così Edmondo de Amicis descrive il 6 “bullo” Franti nel libro Cuore. Il bullo è uno degli attori individuabili all’interno dei comportamenti prevaricatori, assieme alle vittime e agli spettatori. Questi tre gruppi si dividono a loro volta in sottocategorie, dunque è di fondamentale importanza cercare di capire quella che è la tipologia di individuo che rientra in una delle tre classi per andare poi a pianificare programmi di intervento e di prevenzione per fermare il fenomeno. Ma chi è davvero il bullo? E perché mette in atto questi atteggiamenti violenti? Di solito, questo soggetto si presenta come una persona piena di sé, con un forte bisogno di potere e di auto affermazione. Il bullo solitamente è impulsivo, non è abile nell’autocontrollo, tende a non rispettare le regole, ed è spesso aggressivo non solo nei confronti dei suoi coetanei, ma anche verso gli adulti. Inoltre, questa tipologia di persona ritiene la violenza come unico mezzo per acquistare prestigio e per ottenere dei risultati, e presenta una scarsa capacità empatica, che dunque non gli permette di avere una adeguata consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. La vittima, bersaglio su ci esercitare la propria prepotenza, procura al bullo una forza vicaria che in fondo quest’ultimo non possiede realmente, essendo un soggetto profondamente insicuro ed insoddisfatto. Individuiamo differenti tipologie di bullo: 1. Il bullo dominante: questa tipologia di bullo ha un atteggiamento ostile verso i coetanei, ma anche nei confronti degli adulti, che siano insegnanti o genitori. “I comportamenti messi in atto da tali soggetti e i loro problemi comportamentali si “Cuore”, Edmondo De Amicis, 1886 6 12

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Parole chiave

psicologia
scuola
adolescenza
sociologia
criminologia
bullismo
tesi
hikikomori
cyberbullismo
scienze e tecniche psicologiche

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