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Antropologia di un disastro alpino: l'alluvione di Garessio del 2020 tra memoria ed esperienza.

Questo lavoro si propone di delineare quale sia l'approccio antropologico allo studio dei disastri e di applicarne gli strumenti a un caso empirico, individuato nell'evento alluvionale del 2-3 ottobre 2020 a Garessio, paesino dell'alta valle Tanaro, in Piemonte. Il lavoro si suddivide in due parti: la prima ha lo scopo di presentare l'antropologia dei disastri, le definizioni su cui si è basata per lo studio antropologico delle catastrofi, le applicazioni possibili, le domande di ricerca, il concetto di rischio. La seconda entra dettagliatamente nel caso studio dapprima contestualizzandolo (dove si trova Garessio, che danni ha causato l'alluvione, le ragioni metereologiche per cui si è verificata) e successivamente analizzando le testimonianze raccolte nel corso di interviste telefoniche incentrate sui temi della prevenzione dei disastri, della mitigazione dei rischi, delle politiche di gestione del territorio, del nesso uomo-luogo, della percezione dei cambiamenti climatici. La ricerca ha consentito di indagare da un punto di vista antropologico i modi in cui la popolazione ha vissuto, affrontato e gestito l'emergenza.

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5 Introduzione Ho incontrato l’antropologia nel corso delle scuole superiori: fin dal principio ciò che mi ha colpito di questa area del sapere è stato l’interesse di arrivare a conoscere e infine a comprendere, senza giudizio, le altrui epistemologie, modi di vivere e concezioni del mondo. Durante i miei studi accademici ho coltivato questa passione, la quale successivamente mi ha spinto a voler orientare il mio lavoro di tesi sul tema. L’idea di studiare la risposta di una comunità a un disastro naturale, come un terremoto, un’eruzione vulcanica o un’alluvione, è maturata nell’ambito dei miei interessi personali. Ritengo che lo studio delle risposte di una comunità ai disastri possa essere la chiave per una migliore comprensione dell’efficacia o dell’inefficacia delle politiche di gestione del territorio, del tema della prevenzione dei disastri, della valutazione di interventi di lungo periodo in relazione alle variabili socio-culturali. Giacché nel momento del bisogno, dove le certezze crollano così come le strade e i ponti, le case e i palazzi, si rende ancora più urgente conoscere e ri-conoscere le relazioni che ci legano gli uni agli altri, che ci distinguono, che operano a nostra insaputa e che determinano i nostri comportamenti nei confronti dell’ambiente. Ho imparato a nominare antropologia dei disastri e antropologia del rischio le discipline che studiano i disastri- definiti da Oliver-Smith come i processi/eventi che interessano la combinazione di agenti potenzialmente distruttivi derivanti da un ambiente tecnico o naturale e una comunità umana che si trova in una condizione di vulnerabilità socialmente o tecnologicamente prodotta (Ligi, 2009, pag. 43) - in relazione agli ambienti socio-culturali in cui si verificano. “Il Tanaro è un amico, il Tanaro è un compagno di viaggio, il Tanaro è un simbolo del nostro paese, di Garessio” Cittadino di Garessio

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Parole chiave

antropologia
ambiente
rischio
riscaldamento globale
cultura
disastri
catastrofi
douglas
cambiamento climatico
gianluca ligi

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