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Gays on Broadway: l’omosessualità nei Musicals

Analizzare l’omosessualità nel Musical Theatre da un punto di vista teatrale e non sociologico è l’obiettivo che mi sono posto e che mi ha spinto a scrivere questo elaborato.
Il testo si divide in quattro capitoli. Il primo è un breve excursus sulla storia del Musical sin dalle sue prime manifestazioni fino ai tempi recenti.
Il secondo capitolo tratta gli elementi basilari del genere: forma e struttura, con riferimento anche alle forme della tradizione operistica da cui il musical attinge a piene mani, a cominciare dall’alternanza tra arie e recitativi. Nel terzo capitolo invece mi sono concentrato a fornire una storia dei musicals a tematica omosessuale. Tanti i titoli che vanno in scena in teatri minori e spesso fuori dal circuito newyorkese per via dell’argomento trattato che solo sul finire degli anni sessanta comparirà sui palcoscenici di Broadway.
Il caso certamente più noto è Rent a cui dedico il quarto capitolo, soffermandomi in particolare sui personaggi gay. Jonathan Larson, l’autore, crea un musical dove l’omosessualità è vista in più di un solo aspetto e ne è uno dei temi principali. L’ampia diffusione e il successo che Rent ha ottenuto nel mondo inoltre ha aperto la strada ad altri titoli come il recente Priscilla e ha definitivamente sdoganato l’argomento, segnando una tappa fondamentale nel panorama del musical a tematica gay. Rent, trasposizione moderna de La Bohème di Giacomo Puccini, racconta le vicende di un gruppo di artisti spiantati nella New York degli anni ottanta. I disagi della loro condizione, il rapporto conflittuale con la società americana del periodo e in particolare con la classe medio-alta, la forza di ribellarsi alle istituzioni, lo spettro dell’AIDS e la convivenza con la malattia sono temi che vengono sapientemente distribuiti lungo la partitura, priva di parti recitate e composta da soli numeri musicali dalle forti sonorità rock.

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INTRODUZIONE Analizzare l’omosessualità nel Musical Theatre da un punto di vista teatrale e non sociologico è l’obiettivo che mi sono posto e che mi ha spinto a scrivere questo elaborato. Il testo si divide in quattro capitoli. Il primo è un breve excursus sulla storia del Musical sin dalle sue prime manifestazioni fino ai tempi recenti. Uno sguardo alle sue origini e ai molteplici generi che hanno contribuito alla sua nascita, tra i quali, l’operetta e il minstrel show a cavallo tra XIX e XX secolo, permette di tratteggiare meglio la tipologia spettacolare del musical che deve divertire un pubblico multietnico come quello americano. Musical come Show Boat (Oscar Hammerstein II e Jerome Kern, 1927) e Porgy and Bess (George e Ira Gershwin, 1935) contribuiranno allo sviluppo del genere verso la sua forma moderna che troverà il suo primo esempio in Oklahoma! (1943) ad opera della coppia Rodger e Hammerstein. Da Oklahoma!, infatti, prenderà sempre più piede, nella struttura dei musicals, l’integrazione dell’azione drammatica nella danza e nel canto e si tratteranno anche temi seri e più complessi che porteranno poi a musicals come West Side story (Sondheim, Bernstein, Laurents a Robbins, 1957), Hair (Galt MacDermot, James Rado e Gerome Ragni, 1967), The Phantom of the Opera (Webber, Hart, Stilgoe e Lerner, 1986) e lo stesso Rent. Il secondo capitolo tratta gli elementi basilari del genere: forma e struttura, con riferimento anche alle forme della tradizione operistica da cui il musical attinge a piene mani, a cominciare dall’alternanza tra arie e recitativi. Di norma in due atti dalla durata complessiva di due ore, due ore e mezzo, la struttura di uno show prosegue attraverso numeri e generi di varia natura, la cui distribuzione non segue uno schema fisso e rigido, ma varia da musical a musical. Possiamo 3

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