Pier Paolo Pasolini e la musica di Ennio Morricone

Nessun popolo può vivere senza la propria storia, così come nessun uomo senza memoria, la memoria come altra faccia del sé che illumina la dimensione umana e ci rappresenta, vaga entità capace di evocare vita e morte, processo ideativo e interpretativo poggiato sugli accadimenti, la memoria come forziere in cui conservare la propria esistenza e attraverso cui si elaborano nuove conoscenze da trasformare in valore.
Quella tra Pasolini e Morricone fu senz'altro una profonda conoscenza, conoscenza come valore aggiunto in un procedimento assimilabile ai ‘vasi comunicanti’ in cui l'uno ha travasato all'altro il proprio valore. Un valore riconosciuto attraverso l'armonia del verso e delle note musicali che fondendosi hanno dato luogo al processo cinematografico creativo da parte del grande regista-poeta.
Come è stato definito, il suo cinema è una creatura dal volto nudo, 'brutalmente' realistico ma accarezzato dal tocco delle note del maestro Morricone, il quale conserva la memoria dei suoi incontri e ne custodisce il valore.