L'esercizio neurocognitivo nelle disfunzioni del sistema cranio-cervico-mandibolare: un'ipotesi di condotta terapeutica

1 INTRODUZIONE Le alterazioni patologiche a carico dell’articolazione temporo- mandibolare (ATM) hanno da sempre generato particolare interesse nel mondo riabilitativo, soprattutto negli ultimi tempi, in cui l’attenzione del riabilitatore si è spostata sulle molteplici relazioni che questa complessa articolazione intraprende con altre strutture del corpo. Dalla revisione di diversi studi è emerso, infatti, che il ruolo dell’ATM si configura all’interno di un’unità funzionale indivisibile, definita sistema cranio-cervico-mandibolare. Inizialmente, fu il prof. Rocabado ad individuare le relazioni biomeccaniche, che avvengono all’interno del sistema tra l’ATM, il rachide cervicale e l’osso ioide. Tuttavia, alla luce di successivi studi incentrati su una visione sistemica dell’uomo, è stato appurato che all’interno del sistema non avvengono solo relazioni biomeccaniche, e quindi strutturali, ma anche relazioni informative, in particolare con il sistema vestibolare, il sistema di esplorazione visiva e il sistema somestesico (recettori propriocettivi ed esterocettivi). Per cui, solo la coerente integrazione strutturale e informativa delle varie parti del sistema può far emergere delle “proprietà”, che consentono allo stesso sistema di organizzarsi in maniera adeguata allo svolgimento di diverse funzioni fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo, quali: la masticazione, la fonazione, la deglutizione e le espressioni oro-facciali come lo sbadiglio, il sorriso. Tra queste, la masticazione è stata la funzione maggiormente studiata in ambito funzionale-cinematico e neurofisiologico. Per cui, è stato possibile analizzare cosa avviene durante un ciclo masticatorio, sia in merito all’organizzazione delle strutture periferiche del sistema cranio-cervico-