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“Un poeta pittor di grottesche”. Il ‘paragone’ fra arti e letteratura negli scritti di Anton Francesco Doni

L'obiettivo dell'elaborato è approfondire la figura del poligrafo cinquecentesco Anton Francesco Doni. Ne viene fornito innanzitutto un profilo biografico, con particolare attenzione ai suoi scambi e incontri con insigni rappresentanti della tradizione artistica toscana e veneziana dell'epoca. Attraverso uno spoglio dei suoi scritti più significativi (Diceria, Disegno, Pitture, Ville, Lettere, Marmi, Mondi e inferni) si tenta di ricostruire non solo tracce documentarie preziose a fini storico-artistici ma anche il musée imaginaire dell'autore stesso.
L'ultima parte del lavoro è dedicata a sviluppare un parallelo, riconducibile alla storia delle forme e delle idee, fra il nuovo tipo di produzione letteraria di cui Doni è artefice e il genere pittorico della grottesca, con l'intento di interpretarli entrambi alla luce delle caratteristiche della Maniera cinquecentesca.

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2 INTRODUZIONE Anton Francesco Doni è, già da qualche anno, oggetto di più approfonditi studi, che ne stanno via via delineando i vari aspetti della personalità e della creazione letteraria lasciati in ombra fino a tempi recentissimi dalla storia della letteratura fiorentina del Cinquecento. La sua immagine non è quindi più riducibile a quella di poligrafo, sollecitato a scrivere dalle pressioni editoriali e dalle urgenze del lunario, nel rispetto di una fama che lo degrada a figura di secondo piano. L’inaudito status di intellettuale in bilico fra il classico sistema mecenatesco e una più moderna autonomia finanziaria e critica non ne esaurisce, infatti, il contributo e la personalità. Delle molteplici facce che ne formano il ritratto composito, risulta certo fra le meno abusate quella che lo vede in rapporto con il mondo artistico dell’epoca: e tuttavia il Doni serba di frequente sulla pagina testimonianza di opere d’arte note o meno note e si propone come mediatore fra tradizioni figurative assai distanti, ad esempio quelle fiorentina e veneziana. All’interno di una produzione letteraria molto ampia e diversificata si è, dunque, prescelto uno spoglio degli scritti più significativi dal punto di vista storico- artistico, o perché propriamente appartenenti al genere della trattatistica d’arte (Diceria, Disegno, Pitture, Ville) o perché attestanti scambi con artisti coevi (Lettere) o perché, infine, ricchi di citazioni di opere d’arte e personaggi di varia statura nell’Italia cinquecentesca (Marmi, Mondi e Inferni, Zucca). La tesi si articola in tre capitoli. Il primo ripercorre i momenti salienti della biografia dell’autore, sottolineando le occasioni di incontro con insigni rappresentanti della tradizione artistica, toscana prima, veneziana poi: l’orafo Michelangelo di Viviano, padre di Baccio Bandinelli, lo stesso Bandinelli, l’amico Montorsoli, forse lo stesso Michelangelo e a Venezia i membri dell’Accademia Pellegrina, Tiziano, Paris Bordone, Danese Cattaneo, Francesco

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Informazioni tesi

  Autore: Azzurra Frattegiani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Giancarlo Gentilini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 76

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Parole chiave

manierismo
michelangelo
grottesche
poligrafo
anton francesco doni
baccio bandinelli
accademia pellegrina
editoria cinquecentesca
primato delle arti
federico zuccari

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