Stanze in lode della donna brutta, stampate a Firenze da Anton Francesco Doni, 1547. Edizione commentata

Il ’500 irregolare 11 IL ’500 IRREGOLARE La poetica della non poetica: l’anticlassicismo Negli ultimi anni la critica si è mossa al di là dell’immagine stereotipata del Cinquecento considerata da tanti manuali di letteratura, presentandoci la molteplicità dei volti del secolo, esplorando anche le zone tradizionalmente estranee alla cultura ufficiale, zone che si sottraggono al classicismo imperante e capaci di esibire immagini del mondo completamente differenti da quelle fino a quel momento offerte. Si è parlato di antirinascimento, anticlassicismo, antipetrarchismo, ma gli “autori-poligrafi”, i vari Berni, Aretino, Lando, Doni, nel cui ambito sono stati posti, non sono solo espressione della cultur “dell’anti”. Questi, per natura, sono portati al colloquio col classicismo, visto anche come repertorio da cui attingere temi e parole, benché molto spesso si tratti di un colloquio di tipo polemico che porta ad atteggiamenti ambigui, come l’esibizione non manifestata. Non rinunciano al patrimonio culturale classico, sono piuttosto contrari alla cultura accademica. Il rifiuto della regolare erudizione accademica spiega la predilezione per una scrittura naturale che non fa a meno delle fonti classiche, ma le usa in maniera personale e non convenzionale. Naturalezza e libertà rappresentano il diritto a un uso naturale, libero e individuale delle fonti.