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La competenza semantica negli esseri umani e nelle macchine. Teorie a confronto

Può pensare una macchina? Può possedere stati cognitivi? Può comprendere il linguaggio così come lo comprendono gli esseri umani? Per rispondere a queste domande si sono prese in considerazione tre teorie, ciascuna delle quali ha trattato alcuni dei problemi che l’Intelligenza Artificiale ha affrontato (e sta affrontando) da quando è nata fino ad oggi: Wittgenstein e le problematicità legate al concetto di seguire la regola, la sua teoria del significato come uso e la sua teoria dei giochi linguistici, Fodor e la sua teoria del linguaggio del pensiero, per mezzo della quale l’autore sostiene una forte analogia tra il funzionamento della mente dell’uomo e quello della macchina, Searle e la critica all’idea delle macchine pensanti portata avanti a partire dal suo esperimento della stanza cinese e dalla sua teoria sull’intenzionalità.

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29 3. JERRY A. FODOR 3.1. Fodor e la Macchina di Turing Jerry A. Fodor rappresenta uno dei promotori di riferimento dell’ortodossia cognitivista, ma anche il promotore di ipotesi dissonanti rispetto a tale paradigma teorico. L’obiettivo della scienza cognitiva fu quello di scoprire le capacità di rappresentazione e di calcolo della mente e la loro rappresentazione strutturale e funzionale. Rappresentazione e calcolo sono infatti le due parole chiave del panorama cognitivista che, enfatizzando quello che avviene all’interno degli individui, segna una netta divisione con il comportamentismo, paradigma teorico che aveva rappresentato la teoria ufficiale fino alla metà degli anni Cinquanta e da cui Fodor prende nettamente le distanze. Secondo Fodor, la tesi comportamentista non riesce a dar conto della causazione tra stati mentali, la quale però sembra avere un ruolo primario nell’ambito del mentale (se si considerano i comportamenti come effetti di catene causali mentali). La critica al comportamentismo è rivolta sia al comportamentismo psicologico che a quello logico. Il primo è fondato sul presupposto della riducibilità del mentale al comportamento manifesto e l’analisi viene condotta sui comportamenti osservabili e verificabili intersoggettivamente. Il secondo invece poggia sull’idea della traducibilità delle espressioni mentali in espressioni riguardanti il comportamento. 11 L’alternativa a queste due visioni Fodor la trova nel funzionalismo, il quale ha come fondamento il “principio della realizzabilità multipla del mentale”, secondo cui sistemi fisici diversi, per esempio noi ed il computer, possono condividere lo stesso tipo di stato funzionale a prescindere dal sistema fisico che lo realizza. Il funzionalismo riconosce che i particolari mentali possono essere fisici ed è quindi compatibile con l’idea che la causazione mentale sia una forma di causazione fisica. Sostiene sia che le proprietà mentali siano definite in termini di relazioni, sia che le interazioni tra mente e corpo siano causali. Il comportamentismo logico condivide solo la prima affermazione, il fisicalista solo la seconda. Ne risulta che il funzionalismo sembra catturare le caratteristiche migliori delle due alternative materialistiche al dualismo. 12 Questo cesura dai paradigmi teorici precedenti viene caratterizzata principalmente da due assunti: 11 Fodor rifiuterà, oltre alla tesi comportamentista, anche la cosiddetta teoria dell’identità dei tipi in quanto essa ha come limite l’incapacità di spiegare come avvenga che sistemi fisici diversi tra loro possano trovarsi in uno stesso stato mentale. La teoria dell’identità dei tipi è una forma di riduzionismo che identifica tipi di stati mentali con tipi di stati cerebrali e nega che sostanze diverse da quelle neuroniche possano produrre stati mentali. 12 F. Ferretti, 2001, p. XV

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Parole chiave

linguaggio
intenzionalità
searle
wittgenstein
turing
fodor
stanza cinese
seguire la regola
semantica e significato
regole ed usi

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