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Il Videoclip Musicale: storia, sceneggiatura e tecniche

In questo elaborato si è scelto di analizzare il videoclip musicale come forma d’arte e di comunicazione. Nel primo capitolo è stata esaminata la storia del videoclip attraverso l’idea, nata nell’antica Grecia e ripresa nel 1800, della forma d’arte pan-sensoriale, o totalizzante. Passando a scoprire come esso sia poi diventato negli anni ciò che oggi conosciamo, partendo negli anni quaranta del novecento come pellicola promulgativa per la musica jazz col nome di Jazz-film, divenendo poi forma d’arte sperimentale, strumento di protesta politica e di sperimentazione cinematografica. Fino agli anni ottanta, quando diviene strumento di divizzazione del musicista. Ciò ha portato, dagli anni novanta, all’attuale concezione di videoclip musicale, legato indissolubilmente alla sponsorizzazione e alla pubblicità di prodotti non più squisitamente musicali, ampliando, grazie anche alla diffusione del canale tematico Mtv, le possibilità di mercato.
Si è passati poi ad analizzare, nel secondo capitolo dell’elaborato, la struttura della sceneggiatura. I punti in comune tra sceneggiatura musicale e cinematografica, mutuati dalla letteratura e dal teatro. Ci si è soffermati dunque su di essi riscontrando una struttura in tre atti, analizzati singolarmente tramite il videoclip “Beat it” di Michael Jackson, che ci ha aiutati a enucleare anche i concetti di tema, controtema e conflitto. Grazie a queste nozioni siamo stati in grado di individuare diverse tipologie di videoclip musicali: il cortometraggio musicale, il video performance, il video racconto "On the road", Lo street video, Il video composito, il mixed media. Ogni tipologia di videoclip è stata spiegata storicamente ed analizzata tecnicamente con l’ausilio di cinque rispettivi videoclip realizzati dall’esaminando.
Il terzo capitolo dell’elaborato è stato incentrato sulla tecnica vera e propria. Tenendo sempre di volta in volta un esempio illustre di videoclip musicale ne sono state analizzate le fasi realizzative. Dall’incontro coi musicisti e la casa di produzione, alle riprese, al montaggio. In particolar modo, sul montaggio, ci si è soffermati per conoscerne le differenze ed imparare a distinguerli. È stato destrutturato il montaggio orizzontale e ne sono state individuati e spiegati i nuclei compositivi. Messi a nudo dunque l’attacco sull’asse, l’attacco sul movimento, l’ellissi temporale, la soggettiva, l’impallamento, il montaggio alternato e parallelo, il fuori campo visivo. Si è passati poi alla distinzione tra macro sequenza e micro sequenza, distinzione che ci ha portati a distinguere il montaggio orizzontale da quello verticale.
Nella parte finale del terzo capitolo abbiamo imparato a distinguere un montaggio verticale, ne abbiamo ripercorso la storia e analizzata la tecnica. Abbiamo distinto nel montaggio verticale le tecniche della Trasparenza, del Picture-in-picture, Keying, Motion effect, della Color correction e del Painting.
Si è giunti, nel capitolo quarto, alle conclusioni personali. Analizzate le condizioni attuali della professione di videomaker e la situazione internazionale del mondo video-musicale. Si è svelata la sua duplice natura prendendo in analisi le classifiche ufficiali dei video più visti sia dell’ambito main stream (una divulgazione di massa pianificata e sponsorizzata dalla gran parte dei canali ufficiali a scopo commerciale) e di quello underground (una divulgazione più ristretta aiutata dai canali non ufficiali e con una distribuzione minore, con minori possibilità di guadagno, ma un contenuto spesso più impegnato). Prese infine le distanze dall’opinione diffusa di un decadimento di quest’arte si è spiegata la possibile evoluzione futura del videoclip partendo da basi certificate da esempi illustri.

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5 Introduzione Con questo elaborato ho scelto di unire finalmente dopo anni la via lavorativa a quella universitaria. Certo ho avuto la possibilità di poter affrontare gli studi quando erano un’esigenza dell’animo e non un obbligo sociale e ciò ha reso il percorso molto più naturale. Le mie passioni per la musica e la computer grafica mi portarono nel 2011 a girare un videoclip amatoriale per la mia band, fui subito colpito dall’intensità delle emozioni e dal grado di professionalità necessari per realizzare un’opera del genere, ma il risultato fu molto apprezzato. Tanto che un anno dopo ricevetti il mio primo incarico per la realizzazione di un videoclip di una band che non fosse la mia. Da allora è iniziata una lenta scalata professionale, in cui l’avanzare degli incarichi ha comportato un miglioramento delle tecniche e delle attrezzature. Da quel momento una domanda ha cercato sempre di essere soddisfatta nella mia testa. Quale è il valore artistico di un videoclip musicale? Io mi sentivo un artigiano del video nel fare quasi tutto da solo, all’inizio con mezzi davvero poverissimi, budget di poche centinaia di euro. Ma cercavo di dare un significato profondo ai miei lavori. Eppure guardando verso chi era più in alto o aveva più esperienza notavo spesso un decadimento del valore artistico in nome di una omologazione visiva più digeribile dagli spettatori. Nelle pagine seguenti sviscererò il mondo del videoclip musicale aiutato dalle mie fonti bibliografiche. Dapprima esaminandone la storia, che sembra essere naturale quanto quella della scrittura. Seguendo la sua evoluzione da teorema teatrale a forma di comunicazione completa, da forma di accompagnamento a moderno strumento di prova delle più avanzate tecnologie cinematografiche. Ne analizzerò il valore

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Informazioni tesi

  Autore: Elio De Filippo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Lettere
  Corso: Cinematic arts, film and television production
  Relatore: Viviana Rubichi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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Parole chiave

montaggio
videoclip
videomaker
sceneggiatura musicale
main stream

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