Disciplina Antitrust e Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
L'indagine sulla ratio delle norme poste ad usbergo della concorrenza ha fatto emergere le finalità della disciplina.
Infatti, essa continua a svolgere il suo ruolo essenziale nel mantenimento del corretto funzionamento del mercato unico europeo e pertanto è uno dei motori del processo di integrazione europea. Il mantenimento di un mercato concorrenziale spinge le imprese a svolgere attività di ricerca e sviluppo volte a fornire al consumatore finale prodotti sempre migliori a prezzi sempre più concorrenziali. Da qui il disposto dell'art. 101 TFUE volto appunto ad impedire qualsiasi accordo diretto a limitare, restringere o falsare la concorrenza. l'applicazione della norma ha visto l'emergere di un nuovo strumento dell'attività di enforcement, rappresentato dai programmi di leniency il cui funzionamento è stato spiegato facendo riferimento al dilemma del prigioniero. Sempre all'interno dell'attività di enforcement si è avuto modo di sottolineare come le decisioni con impegno abbiano un risvolto negativo per i consumatori. L'arrestarsi del procedimento ad una fase precedente alla constatazione dell'infrazione infatti non consente al consumatore finale di avere un titolo per azionare una eventuale azione risarcitoria. In particolare, l'analisi storico giuridica svolta con riferimento all'art. 101 §3 TFUE in tema di esenzione ha concesso di apprezzare il difficile lavoro di mediazione tra le posizioni tedesche e francesi in fase di stesura dell'originario 85 §3 e soprattutto la portata innovativa del regolamento 1/03, con il suo decentramento applicativo.
Per quanto attiene viceversa all'abuse of dominance, contenuto nel disposto dell'art. 102 TFUE, l'analisi si è soffermata specialmente sul tema delle essential facilities, ossia le infrastrutture necessarie per l'esercizio dell'attività di impresa. Tale tematica ha assunto ancora maggior importanza in seguito al processo di liberalizzazione dei mercati.
Con riferimento al panorama prettamente italiano il ritardo con cui il nostro paese si è dotato di una normativa a tutela della concorrenza è da ricercare in due ragioni fondamentali: una culturale e una politico-economica tra loro in rapporto molto stretto. Infatti era opinione diffusa che una politica interventista nell'economia avrebbe portato l'Italia ad uno stadio di una moderna politica industriale e ciò era confermato anche da esperienze economiche quali quella dell'IRI.
Il lungo percorso con il quale si è giunti all'emanazione della prima legge a tutela della concorrenza, la legge 287/1990, è stato analizzato partendo dalla convenzione di Parigi sulla proprietà industriale del 1883 il cui art. 10 bis impegnava tutti i paesi firmatari a predisporre una normativa volta a proteggere la proprietà industriale e intellettuale. Ciò ha consentito di apprezzare l'apporto dei diritti di privativa alla disciplina odierna, soprattutto in tema di pratiche commerciali scorrette. Queste ultime rappresentano uno dei campi di intervento dell'Autorità Antitrust italiana il cui ultimo intervento in materia è individuabile nelle suddette lettere di moral suasion. L'Autorità Garante della concorrenza e del mercato è un'Autorità amministrativa indipendente, i cui membri sono dotati di un'elevata expertise tecnica. Il carattere amministrativo si connette all'indipendenza tanto dall'esecutivo quanto dagli operatori di mercato. Tali caratteri sono comuni a tutte le autorità, fermo restando il distinguo tra autorità di garanzia, come AGCM, e autorità di regolazione. Queste ultime infatti pongono in essere anche un'attività di regulation del mercato di riferimento e si pongono quindi sia come regolatori che come enforcer. Se da un lato quindi AGCM è priva di tale potere dall'altro si caratterizza per la sua trasversalità che gli consente di azionarsi anche in merito ad agiti tenuti da imprese operanti in ambiti soggiacenti all'attività di controllo di altre autorità.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Zito |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Pontificia Università Lateranense |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Mario Antonio Scino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 182 |
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FAQ
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