Il clown e l'attore

PREMESSA La scelta del clown in rapporto all'attore come oggetto di riflessione è nata dal personale percorso di lavoro teatrale durato tredici anni. Evitando una descrizione più dettagliata e di limitata utilità in questo contesto, preciso che la prima parte, la più lunga, di questo percorso è stata dedicata a una modalità di lavoro che si rifà ai principi teatrali di Jerzy Grotowski ed Eugenio Barba; la seconda parte ad una prima conoscenza e ad un successivo approfondimento del processo di scoperta del proprio clown dal punto di vista della pedagogia di Jacques Lecoq. Nonostante la grande diversità di questi due percorsi di lavoro considero e sento il secondo come una naturale e necessaria evoluzione del primo. Infatti, attraverso esso e in particolarc altraverso I'improwisazione, sono riuscita a superare alcune difese e alcuni limiti che mi impedivano di scoprire aspetti nuovi della mia creatività e della mia persona e di maturare ulteriormente. Durante il lavoro assistevo, come accade normalmente, alle improwisazioni di altri attori e in seguito ho assistito ad alcuni spettacoli di clown. Ciò che mi ha colpito nella maggior parte di essi era la qualità dell'azione scenica, molto viva e per niente artefatta. Io stessa, durante alcune fasi di lavoro, mi sono resa conto della netta differenza tra l'essere vivi e partecipi mentre si agisce in scena e il riprodure una vita che non c'è. Le improvvisazioni o gli spettacoli che avevo visto a teatro prima di awicinarmi al clown raramente arrivavano a una qualità di azione simile. Tutto ciò mi ha portato, anche in questo contesto, alla necessità di comprendere più profondamente 1'esseîza e la particolarità della figura del clown, di ricercarne le origini e le radici storiche, di riflettere sulla grande potenzialità che tale percorso di lavoro ha nel portare l'attore ad essere presente e vivo in scena, così come Grotowski, Brook e altri, che consideriamo maestri, hanno cercato di realizzare con modalità di lavoro diverse.