Gestione colturale e caratteristiche quanti-qualitative del luppolo in Piemonte: prove preliminari
Il settore del luppolo sta attraversando un periodo di crisi a livello mondiale che ha portato, nel corso degli anni a un ridimensionamento della coltura. Tale crisi è nata essenzialmente dalla comparsa di un forte squilibrio creatosi tra produzione ed effettivi bisogni del mercato in termini di quantità e qualità del prodotto. I principali fenomeni che hanno portato a questo squilibrio sono fondamentalmente due: da un lato il cambiamento di gusto dei consumatori, che si è spostato verso birre dal sapore meno amaro, dall’ altro lo sviluppo di nuove varietà ricche di alfa acidi che ha determinato un’offerta eccedentaria del prodotto. Tale situazione ha portato alla diminuzione del numero delle aziende e alla riduzione della produzione e della superficie coltivata del luppolo, favorita anche da misure speciali, quali il ritiro temporaneo dalla produzione e l’estirpazione delle superfici coltivate, che l’Unione Europea ha messo in atto negli anni passati. In Italia, però, in questi ultimi anni si è assistito all’importante sviluppo del settore della birra (soprattutto artigianale), che è cresciuto fino a raggiungere, in termini di consumo e di domanda, gli stessi numeri del vino, che vanta invece una tradizione ben radicata (circa 14.015 milioni di ettolitri). A favorire la grande espansione dei microbirrifici, sono intervenuti due importanti Decreti Ministeriali, nel 2010 e nel 2016. Il primo (D.M. n. 212) riconosce la birra non come semplice bevanda ma come prodotto agricolo a tutti gli effetti e il birrificio agricolo come azienda impiegata nella produzione e nella vendita di birra agricola e cioè una birra con una percentuale di materia prima prodotta in proprio non inferiore al 51%. Il secondo (Legge 28 luglio 2016 n. 154) ha di fatto colmato il vuoto normativo in materia, distinguendo in modo netto la birra artigianale (in cui mancano, nella fase di produzione, i processi di pastorizzazione e microfiltrazione) da quella industriale. La stessa legge, all’articolo 36, fa riferimento specifico al luppolo e sembra aprire la strada allo sviluppo di questa coltura in Italia. La legge attribuisce infatti al Mipaaf il compito di favorire il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione nel settore del luppolo e dei suoi derivati. Appare quindi evidente che il settore della birra artigianale italiana, legata al Movimento della birra Artigianale nato nel 1996, ha oggi le potenzialità di espandersi in termini di consumo, produzione e occupazione. Lo sviluppo e la promozione di tale comparto è però innegabilmente legato alle caratteristiche del prodotto artigianale Made in Italy, che ad oggi non è legato se non in minima parte all’utilizzo di materie prime di provenienza italiana (malto da orzo italiano). Ci sono quindi i requisiti per poter pensare a una coltivazione di luppolo in Italia, che soddisfi la crescente domanda di prodotto nazionale. In mancanza di esperienza italiana, sorge quindi spontanea la domanda di come fare a coltivare il luppolo, se imitare cioè i modelli dei grandi paesi produttori come Germania o USA oppure cercare di capire quali tecniche di allevamento e quali varietà si adattano meglio al nostro ambiente. L’obiettivo del lavoro è stato quello di valutare, su tre varietà, l’effetto del numero dei polloni allevati sulle caratteristiche della pianta e sulle caratteristiche quanti-qualitative dei coni. La sperimentazione si è svolta in campo, presso il luppoleto sperimentale di Cussanio (CN), dove sono state valutate le caratteristiche vegetative della pianta misurando altezza, diametro e numero di palchi portanti i fiori durante la stagione colturale, e presso i laboratori del DISAFA, dove sono state valutate le caratteristiche quantitative e qualitative dei coni, in particolare il loro contenuto di alfa acidi e di beta acidi, in diversi momenti di raccolta.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Gregorio Iannone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Corso: | Scienze agrarie |
Relatore: | Cristiana Peano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
L'industria della birra
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi