Anomalie cromosomiche criptiche nella leucemia acuta linfoblastica a cellule B
Nella leucemia acuta linfoblastica l’analisi cromosomica convenzionale spesso non ha successo vuoi perché le rare metafasi analizzabili mostrano un’alterata morfologia cromosomica, vuoi perché molti pazienti non forniscono metafasi analizzabili. Tutti questi problemi sono superati dalla FISH che potendo impiegare sonde che coprono interi cromosomi, i loro centromeri o singoli specifici locus sia in metafase che in interfase, consente di individuare e caratterizzare un gran numero di nuovi riarrangiamenti strutturali ed aberrazioni numeriche nei pazienti con leucemia.
La maggior parte delle anomalie cromosomiche clonali delle LAL sono costituite da traslocazioni bilanciate, mentre più raramente da delezioni cromosomiche. Le traslocazioni bilanciate generano geni di fusione poiché determinano il riarrangiamento dei due geni situati a livello dei punti di rottura dei due cromosomi riarrangiati.
Il più comune meccanismo di patogenesi della malattia è quindi rappresentato da un’alterazione dei processi trascrizionali da parte del gene di fusione. I più comuni riarrangiamenti di questo tipo sono la t(9;22), la t(4;11), la t(1;19) e t(12;21). Più recentemente è stato però osservato che una buona percentuale di pazienti può presentare delezioni o amplificazioni geniche dimostrabili dalla FISH. I geni più spesso alterati sono p16, AML1 e MLL ed ETV6.
Dai nostri risultati appare quindi evidente che nella LAL la FISH deve essere impiegata unitamente all’analisi cromosomica convenzionale per giungere ad un’accurata definizione dell’assetto citogenetico. Questa osservazione è in accordo con recenti dati della letteratura che indicano che la FISH in interfase deve essere considerata complementare alla citogenetica convenzionale per lo screening routinario delle anomalie cromosomiche specifiche della LAL. Nello studio di Harrison et al. (2005) che comprendeva 2367 pazienti pediatrici, la FISH in interfase aveva infatti dimostrato un’alta percentuale di successi (91%) e un’alta percentuale di pazienti con anomalie cromosomiche clonali (89%). Uno studio ancora più recente (Karst C. et al. 2006) ha dimostrato che l’applicazione di sonde subtelomeriche e subcentromeriche aumenta il numero di anomalie riscontrabili nelle LAL e migliora la definizione del cariotipo in questi pazienti.
Perciò i nostri dati insieme a quelli della letteratura indicano che l’apporto della FISH deve essere considerato assolutamente necessario per la corretta definizione del cariotipo dei pazienti con LAL B e T.
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Informazioni tesi
Autore: | Pilade Cortellazzi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Scienze Biotecnologiche |
Corso: | Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche |
Relatore: | Paolo Bernasconi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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