Media e Comunicazione tra Italia e Romania durante la Guerra Fredda. Stampa, radio e televisione a confronto.
La società contemporanea è, per molti versi, confusa e caratterizzata da espressioni conflittuali, ma sopratutto soffre di una certa genericità nella capacità di definire il tempo in cui viviamo. L’attuale fase di transizione culturale, sociale e storica rileva improvvise accelerazioni che sconvolgono il tessuto sociale ed impone progressivi aggiustamenti che spesso lasciano spazio all’incertezza e alla precarietà. Dall’aumento del potere delle masse fino allo sviluppo crescente delle reti d’interconnessione individuali, sociali e degli scambi di merci il XX secolo è stato percorso da profonde trasformazioni. Il cambiamento più influente è stato il passaggio di molteplici popolazioni da una cultura puramente orale a una cultura basata sui media. Questi mutamenti hanno avuto ricadute molto forti sull’assetto sociale, data la nascita di un’energica interdipendenza tra lo sviluppo tecnologico, quello dei media e quello socio-culturale.
Tali profondi sviluppi tecnologici e comunicativi, che hanno registrato però accelerazioni diverse nella prima e nella seconda metà del secolo, hanno portato a espressioni come “mass media” e “comunicazione di massa”. Oggi l’uomo può aggiornarsi in tempo reale sui fatti accaduti nel mondo, può mettersi in contatto con realtà geograficamente lontane e può essere coinvolto in una moltitudine di esperienze diverse. Quest’evoluzione tecnologica, sociale e culturale senza precedenti potrebbe finalmente orientare il mondo contemporaneo verso forme più civili della convivenza umana. Le ultime problematiche della società moderna sono la riduzione del tasso di povertà nel mondo, la lotta all’AIDS, l'emancipazione delle donne, le nuove tecnologie a basso impatto ambientale e altro ancora, ma il XX secolo ha assistito an-che a molte situazioni di mancata coabitazione tra popoli differenti che hanno portato violen-ze, stragi, pulizie etniche, guerre e divisioni del mondo in blocchi di potere .
Le due guerre mondiali avevano annientano l’intera Europa, ma i milioni di morti e senza-tetto, le numerose città distrutte, le insopportabili condizioni di fame e povertà non sono bastate per fermare l’odio, l’intolleranza e il razzismo. Nella lunga stagione della guerra fredda l’Europa diventa l’ostaggio delle due superpotenze (USA e URSS) e il luogo di una possibile futura terza guerra mondiale, almeno nella prima fase. La caduta del muro di Berlino nel novembre 1989 e la dissoluzione, due anni dopo, dell’Unione Sovietica portano nuovamente l’intero continente nella confusione. Così, l’Occidente dei primi anni ’90 deve far fronte a un nuovo problema, quello dell’immigrazione. In paesi come Grecia, Italia, Francia e Spagna si trasferiscono temporaneamente o definitivamente migliaia di persone, venute dall’Est Europa con la speranza di una vita migliore.
In Italia, dove attualmente la comunità romena è tra le più numerose, la questione dell’immigrazione è stata spesso riportata dai media, nei vari fatti di cronaca, come esempio di una convivenza difficile tra italiani e romeni. L’interrazione culturale tra i due popoli, così attiva nel passato, è venuta meno durante la guerra fredda a causa della divisione tra Occidente e Oriente. I due paesi hanno intrapreso percorsi differenti durante questi anni arrivando a una lacerazione dei rapporti culturali a causa delle ideologie politiche che delineavano i due blocchi di potere contrapposti. La mancanza di una comunicazione chiara, consapevole e basata sulla condivisione di valori e ideali ha portato allo sviluppo di incomprensioni e pregiudizi.
Ma che cos’è la comunicazione? Che ruolo svolge nella società? La comunicazione è la dimensione primaria della vita e dell’azione sociale che l’uomo intraprende, è il tessuto connettivo e nervoso della società. In poche parole, come dice John Fiske, «comunicazione è parlare con qualcuno, è televisione, è assumere e scambiare informazione, è il nostro taglio di capelli, è letteratura: l’elenco è infinito». La comunicazione nasce con l’umanità, si sviluppa e si trasforma con essa attraverso i secoli e rappresenta la vita stessa delle persone. Parlare di comunicazione nella società contemporanea significa parlare di “globalizzazione”, concetto inteso come superamento delle differenze culturali per formare una cultura mondiale e una società basata su un unico sistema economico di produzione e consumo. Oggi la comunicazione è cambiata, non è più legata alle tradizionali relazioni “faccia a faccia” o alla condivisione di uno stesso ambiente ma all’alta tecnologia che ha portato importanti trasformazioni nel comportamento e nello stile di vita delle persone. La nascita e lo sviluppo dei mezzi di comunicazione s’intrecciano con le principali trasformazioni culturali e istituzionali del mon-do moderno . I media sono specchio della società e della sua evoluzione tecnologica e culturale e per tale ragione riflettono la storia dei popoli che li hanno creati.
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Ilaria Bolohan |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo |
Relatore: | Marco Deriu |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 113 |
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