La Green Communication come Valore Aggiunto nelle Industrie Tessili. Il Caso Canepa.
La responsabilità sociale d’impresa, la green communication e la sostenibilità - ambientale e sociale – sono tematiche che negli ultimi anni hanno iniziato a suscitare sempre più interesse, non solo nel consumatore, più informato e più responsabile rispetto al passato, ma anche nel mondo delle imprese. Infatti, il destinatario ultimo del valore creato dall’azienda non è più semplicemente il consumatore, bensì un complesso sempre più ampio di entità - individuali e non - che interagiscono con l’azienda poiché appartenenti, direttamente o indirettamente, all’ambiente in cui l’impresa stessa opera. Tali entità sono definite “stakeholders” o “portatori di interesse” che partecipano al valore realizzato dall’azienda stessa: influenzano e sono a loro volta influenzate positivamente o negativamente dall’iniziativa aziendale.
Partendo da queste considerazioni, ho deciso evidenziare il ruolo che la responsabilità sociale d’impresa gioca quotidianamente nella relazione con gli stakeholders; sono molte le aziende che hanno deciso di orientarsi verso approcci più sostenibili, ma, sono invece ancora troppe, quelle che continuano a non curarsi dei danni - soprattutto a livello ambientale - che provocano.
Per questo motivo ho voluto dedicare il secondo capitolo alla Campagna Detox lanciata da Greenpeace. Le ricerche effettuate dall’associazione internazionale, hanno dimostrato come alcune industrie tessili, produttrici e anche collaboratrici di case di moda del calibro di Nike e Adidas, rilascino scarichi dannosi e inquinanti nei più grandi corsi d’acqua, in particolare in quelli presenti sul territorio cinese, dove ormai molte imprese - anche italiane - hanno spostato i loro impianti produttivi.
Lo scopo di questa campagna di sensibilizzazione è convincere queste aziende e i loro fornitori stranieri ad adottare politiche più sostenibili, coinvolgendo l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento delle falde acquifere e, più in generale, del pianeta. Nel giro di poco tempo le adesioni di brand italiani ed internazionali sono state numerose: molte aziende hanno progressivamente modificato i propri metodi di produzione eliminando l’utilizzo di alcune sostanze tossiche a favore di un maggiore rispetto per l’ambiente e per la salute dell’uomo; alcune, inoltre, hanno accettato di rendere noti i dati sulla dismissione di agenti chimici, promuovendo anche una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori. Le analisi svolte da Greenpeace su alcuni abiti di diversi brand, acquistati come campioni, hanno mostrato che nelle fasi di produzione e di lavorazione dei tessuti venivano utilizzate sostanze chimiche come ftalati, con soglie che superavano quelle consentite dalla legislazione europea, ammine cancerogene e nonilfenoli etossilati, ossia prodotti chimici non presenti in natura che, una volta rilasciati e dispersi nell’ambiente, provocano danno irreparabili.
La prima azienda tessile italiana che ha voluto aderire alla Campagna Detox è stata Canepa che si è impegnata pubblicamente ad eliminare le sostanze chimiche entro il 2020, sottoscrivendo il Detox Solution Commitment e, proprio per l’impegno e l’attenzione che l’impresa ha dimostrato nei confronti della tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo, sono fermamente convinta che costituisca un valido esempio di azienda-modello che dovrebbe essere motivo di ispirazione a molte altre, soprattutto a coloro che ancora negano gli effetti devastanti e dannosi degli agenti chimici adottati tutt’oggi nelle fasi di lavorazione e produzione più tradizionali e che vengono poi, inevitabilmente, dispersi nell’ambiente.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Brattoli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Rossella Gambetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 46 |
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