Effetto della variabilità degli stimoli sul crowding
Nonostante il mondo che ci circonda ci appaia ricco di dettagli, fermando lo sguardo su di un punto ci si rende conto di come ogni singola scena sia ben definita solo vicino la fissazione, mentre in periferia sia difficile individuare, distinguere o contare gli oggetti. In una tipica scena visiva, il limite principale alla visione degli oggetti in periferia è costituito dal crowding.
“Crowding” è un termine inglese e letteralmente significa “affollamento” della percezione visiva: potremmo definirlo come l’incapacità di riconoscere uno stimolo a causa della presenza di altri stimoli distrattori. A volte è facile isolare un oggetto nel suo ambiente, come ad esempio un albero in giardino o in un prato; quando ci troviamo di fronte a una scena molto disordinata però, è molto meno facile riconoscere l’elemento, rispetto ad altri oggetti, in isolamento. Quello che tenterò di fare in questa tesi è cercare di spiegare il crowding nei suoi aspetti più pratici, senza naturalmente tralasciare la parte teorica. Ecco alcune domande iniziali - con relative risposte - che possiamo porre:
1. Il crowding si verifica in condizioni naturali di visualizzazione? Il crowding non è semplicemente un fenomeno di laboratorio, ma può presentarsi anche in situazioni naturali. Il disordine è una caratteristica comune nelle scene visive.
2. Perché è interessante il crowding? Si pensa che possa compromettere la capacità di riconoscere e di rispondere agli oggetti messi in disordine. In questa maniera, studiando il crowding, potremmo arrivare a una migliore comprensione dei processi coinvolti quando tentiamo di riconoscere un oggetto.
3. Cosa succede agli oggetti “ crowded ”? Studi recentissimi ci dicono che il crowding ha poco o addirittura nessun effetto per rilevare una figura o un oggetto. Gli oggetti “crowded” vengono percepiti ad alto contrasto, ma sono indistinti o confusi insieme. Inoltre un'altra caratteristica è che l’informazione viene persa: spesso infatti gli osservatori segnalano i flankers (stimoli distrattori) al posto dello stimolo target (Teoria della “difettosa integrazione”).
4. Il crowding è automatico? In determinate circostanze, il crowding può essere ridotto o scomparire completamente. Per esempio, quando target e flankers sono dissimili in forma, dimensione, colore o per profondità, l’obiettivo può 'saltar fuori' e “l'affollamento” è ridotto.
5. Qual’è il locus neurale del crowding? Non si sa ancora con esattezza. Siamo in grado di localizzare “l’affollamento” nella corteccia visiva, forse già nella zona V1, ma non possiamo essere molto più specifici. Tuttavia, il crowding è modulato da stimoli di somiglianza, di contesto, e di attenzione, così piuttosto che essere localizzato in un'unica parte del cervello, può verificarsi in diverse fasi della gerarchia visiva.
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Canari |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Roberto Arrighi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 21 |
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