Il trasmesso televisivo: la televisione dei bambini
Questa tesi parte dal rilevare l'importanza sempre crescente che i mass media hanno nella nostra società, per soffermarsi in particolare sul media più presente nella nostra realtà quotidiana: la televisione. La televisione ha contribuito, tra gli anni '50 e '60, a diffondere l'italiano soprattutto tra gli strati medio-bassi della popolazione. Famosa la battuta di Umberto Eco sul fatto che Mike Buongiorno avrebbe contribuito all'unità d'italia più di Camillo Benso conte di Cavour. Parlando di televisione si entra in un campo di osservazione che sta a metà strada tra l'italiano scritto e quello colloquiale: il trasmesso, tipologia individuata da Sabatini soltanto negli anni '80, di cui vengono delineate le caratteristiche.
La tesi si concentrerà maggiormente nell'analizzare la lingua della televisione per bambini, senza dubbio i maggiori utenti del mezzo. Probabilmente se oggi possiamo ancora parlare di un qualche intento pedagogico per la televisione, possiamo farlo solo riferendoci a quella pensata e creata per i bambini. Verrà osservata dal punto di vista linguistico proprio la tv dei piccoli per dimostrare che, al contrario della 'tv dei grandi', dove tutte le forme linguistiche sono rappresentate, nella tv dei bambini, meno esposta all'italiano colloquiale, viene usata una lingua 'corretta' (che rientra nel neostandard) che rappresenta un fecondissimo background linguistico per i giovani telespettatori, specialmente per coloro che in famiglia non hanno modelli linguistici adeguati. Verranno quindi esaminate a livello linguistico le tre trasmissioni (tutti cartoni animati) più seguite dai bambini di età prescolare, emerse grazie ad un apposito questionario.
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Informazioni tesi
Autore: | Cinzia Profita |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filologia Moderna e Italianistica |
Relatore: | Luisa Amenta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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