Tracciabilità dei materiali nelle filiere dell'acciaio: stato dell'arte e processi chiave
La filiera dell’acciaio è molto articolata, parte dalla produzione e trasformazione delle materie prime estratte dai minerali o con il riciclo dei rottami di ferro in billette, blumi o barre e, attraverso lavorazioni a caldo e/o a freddo, si estende sino al confezionamento e alla commercializzazione di manufatti metallici (travi e tondino da costruzione, reti elettrosaldate, coils e lamiere, tubi, profilati etc.). Da monte a valle della filiera l’acciaio si trasforma e assume forme diverse secondo la funzione cui è destinato ma in tutti i suoi mutamenti ciò che lo accompagna fedelmente è il certificato di produzione, il quale ne attesta la qualità, la forma e tutti i controlli chimici e meccanici che subisce nello stadio in cui è lavorato, costituendone quindi una sorta di carta d’identità. Anche qualora si dovesse percorrere la filiera da valle verso monte, cioè prendendo in considerazione quindi tutti gli aspetti legati ai resi, ai reclami o alle contestazioni, è sempre il certificato che funge da caposaldo per una corretta rintracciabilità di prodotto.
Il tema della tracciabilità comincia a diventare rilevante per le aziende italiane delle filiere dell’acciaio, anche riguardo alle nuove sfide della competizione industriale e commerciale che implicano un sempre maggiore grado di innovazione al fine di aumentare la propria competitività, puntando anche su prodotti di qualità. Qualità è innanzitutto sinonimo di conformità alle specifiche richieste, aspetti legati indissolubilmente al tema della soddisfazione del cliente e della certezza riguardo al prodotto che è stato venduto: per adempiere ciò, la tracciabilità riveste un ruolo chiave. Tracciare, infatti, significa lasciare dei “segni” lungo il percorso compiuto per poi ritrovarli, che permettano di ricostruirlo in ambo i sensi, garantendo quindi trasparenza e professionalità nelle attività di trasformazione svolte.
Questa ricerca di trasparenza diventa sempre più importante al crescere dell’impatto di eventuali campagne di richiamo scatenate da problematiche manifestate dai consumatori o clienti finali. Il settore maggiormente sviluppato in termini di tracciabilità, legata alle conseguenze che la mancanza di informazione può comportare, è ora il settore alimentare dove le ultime crisi, tra cui si cita il caso della BSE, la più grave crisi alimentare europea del ventesimo secolo legata agli allevamenti bovini e il ritrovamento di diossina nei polli e nel latte, avvenuto in Belgio nel 1999, hanno sicuramente innalzato i livelli qualitativi minimi del processo di tracciabilità per le aziende operanti in tale mercato. Tale livello di tracciabilità dovrebbe essere un modello anche nella filiera dell’acciaio affinché, ad ogni stadio di lavorazione, le aziende possano risalire con precisione alla storia del prodotto.
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Debellis |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Brescia |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria gestionale |
Relatore: | Marco Perona |
Coautore: | Alessandro Boni, Leonardo Tanchella |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 619 |
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