I giochi di parole (con esempi in francese e in inglese)
[Dall'introduzione al volume]
Oggetto del presente lavoro è un fenomeno che appartiene alla vita quotidiana. I giochi di parole, infatti, ci bombardano dalla mattina alla sera. Sono giochi di parole molti titoli (di articoli giornalistici, libri, film, programmi televisivi, ecc.) e moltissimi slogan pubblicitari. Traboccano di giochi di parole la comicità, l'umorismo, la satira.
L'argomento può essere studiato (ed è già stato studiato) in varie discipline, da molti punti di vista e con intenti disparati. Nel presente lavoro, però, si è evitato accuratamente di «mettere troppa carne al fuoco» cimentandoci in una velleitaria trattazione interdisciplinare.
La disciplina all'interno della quale si colloca il presente studio è la linguistica. Principalmente dalla linguistica proviene il nostro armamentario teorico, concettuale, terminologico, e squisitamente linguistico è il nostro interesse personale per l'argomento.
Per quanto riguarda il punto di vista, studieremo il fenomeno da un'angolazione esclusivamente interna: ignoreremo cioè tutto ciò che circonda i giochi di parole e tenteremo di entrarvi «dentro». Quindi, ad esempio, non ci chiederemo in quali epoche storiche o presso quali popoli i giochi di parole siano fioriti più rigogliosamente. Non passeremo in rassegna gli autori più prolifici o più geniali in questo settore della creatività linguistica. Non parleremo né dell'uso che dei giochi di parole si fa in letteratura né degli atteggiamenti della critica nei loro confronti. La nostra trattazione non toccherà gli aspetti affettivi, sociali o clinici della creazione e della fruizione dei giochi di parole, né tanto meno la relazione del motto di spirito con l'inconscio. E potremmo continuare.
Dopo avere elencato tanti argomenti che non verranno trattati, è venuto il momento di dire quali argomenti tratteremo. Lo facciamo attraverso gli scopi con cui abbiamo intrapreso il presente studio. Ebbene, i nostri intenti sono almeno tre: uno descrittivo, uno tassonomico e uno esplicativo.
Prima di tutto vorremmo descriverli, i giochi di parole. Darne una definizione rigorosa. Coglierne l'essenza. «Smontarli» nelle loro componenti e dare a queste un nome. Scoprirne regolarità e costanti. Raffigurarne, se possibile, la struttura. Renderli oggetti più familiari.
In secondo luogo, ci proponiamo di abbozzare una classificazione del fenomeno. Quali e quanti tipi di giochi di parole esistono? Quali sono i tipi principali, i più frequenti? Sulla base di quali criteri si possono suddividere i giochi di parole in categorie e sottocategorie?
Infine, abbiamo intenzione di spiegare come «funzionano». Quali sono i loro fondamenti? Quali caratteristiche delle lingue naturali sfruttano? Cosa rende possibile la loro stessa esistenza? Quali meccanismi mettono in atto? Come agiscono sulla mente del ricevente che li sente o li legge e deve «afferrarne» il senso? Speriamo di riuscire almeno in parte a «svelarne i trucchi», in modo che cessino di sembrare giochi di prestigio, puri colpi di genio, miracolosi prodotti della creatività umana.
Visti gli intenti e i centri d'interesse, è facilmente intuibile che daremo molte definizioni, che indulgeremo in grafici, simboli e scritture formalizzate e che useremo molti termini tecnici. Alcuni di questi sono parole già esistenti a cui daremo un'accezione particolare e nuova, altri sono veri e propri neologismi dotti. In entrambi i casi ci sforzeremo di adottare dei termini che siano il più possibile motivati e trasparenti, per esigenze di chiarezza.
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Informazioni tesi
Autore: | Massimiliano Flotta |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Sorin Stati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 136 |
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