La testimonianza nell'epistemologia di Thomas Reid. Oltre riduzionismo e anti-riduzionismo
La testimonianza è una fonte conoscitiva assolutamente unica. Il suo ruolo epistemico nella vita di ogni essere umano è estremamente importante perché permette di trasmettere e formare una quantità enorme di conoscenze; dalle più semplici come le indicazioni stradali; alle più complesse come una lezione universitaria; alle più personali come i racconti dei nostri nonni. Nonostante questo ruolo così importante è stata considerata una fonte conoscitiva di valore inferiore rispetto a percezione, ragione, memoria e introspezione; e quindi messa da parte dai filosofi che hanno preferito una concezione individualistica del soggetto cognitivo. Tra i pochi filosofi che se ne sono occupati vi è Thomas Reid che ne ha riconosciuto il valore epistemico al pari della percezione. Lo scopo di questo lavoro è quello di esporre la teoria epistemologica della testimonianza fornita da Reid; ma anche del suo ruolo all'interno dell'attuale dibattito epistemologico come ispiratore delle posizioni filosofiche che contrastano una visione della testimonianza come sottomessa alle altre fonti conoscitive. Posizioni queste ultime che hanno il loro precursore in David Hume.
Il primo capitolo è dedicato all'esposizione dell'epistemologia di Thomas Reid e degli elementi base che la guidano, caratterizzano e ispirano. Quindi il ricorso alle metodologie di Bacone e Newton riconosciute come le uniche che possono permettere di liberare la filosofia dalle finzioni e procedere in modo scientifico nell'indagine sulla mente umana. Metodi necessari per contrastare quella che Reid considera una posizione filosofica inaccettabile, ossia la teoria delle idee, riconoscendo in David Hume il suo principale avversario. Tutto questo per riportare la filosofia al senso comune, che appartiene per natura a tutti gli uomini; per giungere infine ad una teoria della conoscenza che metta in relazione il mondo esterno con la mente umana. Questo avviene attraverso un processo di conoscenza e coscienza progressiva che parte dall'impressione che i sensi ricevono dagli oggetti esterni; a questa segue la sensazione e la concezione, e termina nella percezione. Quest’ultima insieme alla testimonianza degli uomini costituiscono la base della conoscenza e delle scienze.
Nel secondo capitolo viene trattata la teoria epistemologica della testimonianza di Thomas Reid. Quindi la testimonianza come operazione sociale che si basa sulla comunicazione delle persone. Comunicazione che ha necessariamente bisogno di un linguaggio fatto di segni naturali e artificiali, che permettono agli esseri umani di trasmettere sentimenti, parole e conoscenze. La fiducia che riponiamo in queste testimonianze è dovuta alla presenza di due principi innati nella natura umana: il principio di veracità e di credulità; ossia la disposizione a dire la verità cui corrisponde naturalmente la disposizione a credere alla veridicità degli altri. Ma questa posizione viene avversata da chi sostiene che l’accettazione e la giustificazione della testimonianza siano dipendenti dalle altre fonti cognitive, in particolare dalla percezione. Questo è sostenuto da Hume che riporta il valore della testimonianza all'osservazione della veracità umana e alla costante conformità tra parole e fatti.
Il terzo capitolo è dedicato all'esposizione delle problematiche più rilevanti nel dibattito contemporaneo sull'epistemologia della testimonianza che vedono contrapposti i sostenitori di Reid e Hume. Queste problematiche riguardano sia il soggetto che deve trovare giustificazione razionale alle credenze testimonialmente fondate, ricercandole nelle credenze di background, o in una base non testimoniale. Sia la libertà del testimone e del ricevente che potrebbero rendere la testimonianza più vulnerabile rispetto alle altre fonti conoscitive. A queste si aggiungono le problematiche che riguardano il testimone; quindi se è necessario che creda a ciò che testimonia per fornire una giustificazione alle credenze dell'ascoltatore. Ma anche quale deve essere lo status della testimonianza: è una conoscenza o un'informazione che trova la sua giustificazione nell'essere affermata? Vi è poi un particolare tipo di testimone, lo strumento. Questo può essere testimone di percezioni strumentali, o deposito di testimonianze di altri, o ancora mezzo di comunicazione che può influenzare la trasmissione di testimonianza. Tutte queste problematiche sembrano richiamare la necessità di superare la contrapposizione Reid/Hume, riportandoli all'interno di un approccio contestualista. Approccio che riconosce la validità di entrambe le posizioni teoretiche come espressioni di standard di giustificazione diversi che non si escludono necessariamente a vicenda, ma piuttosto convivono permettendo di riconoscere il giusto valore epistemologico della testimonianza.
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Informazioni tesi
Autore: | Marianna Sanna |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Pierluigi Lecis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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