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Il fenomeno dell'underpricing nelle offerte pubbliche iniziali per il periodo 2003-2012: un'analisi empirica sul mercato azionario italiano

Il tema del pricing delle azioni di nuova quotazione è stato molto dibattuto a livello internazionale, ma poco approfondito nel contesto italiano. In linea teorica, il prezzo di un titolo azionario dovrebbe essere determinato tenendo conto sia delle condizioni di mercato nel momento in cui il titolo viene offerto, sia della situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società emittente. Poiché le imprese che si affacciano per la prima volta sul mercato sono poco conosciute, si manifesta un’elevata difficoltà nel prevederne le capacità di generazione dei flussi di cassa, complicando non poco il processo di determinazione di un prezzo corretto. Proprio sul comportamento dei titoli di nuova quotazione si concentra il presente studio, il quale ha l’obiettivo di esaminare l’andamento dei rendimenti dei titoli di nuova quotazione e di individuarne le principali determinanti, con particolare riferimento al fenomeno dell’underpricing, che sembra manifestarsi con una certa regolarità in occasione delle IPO. Con questo termine si intende la quotazione ad un prezzo sistematicamente inferiore al prezzo fatto registrare dai primi scambi sul mercato secondario. Innumerevoli studiosi hanno elaborato, a partire dagli anni 70’, svariate teorie nel tentativo di spiegare il perché le società scelgano di quotarsi ad un prezzo inferiore rispetto al loro reale valore, fenomeno che sembra essere in palese contraddizione con l’ipotesi di efficienza dei mercati.
Muovendo da queste considerazioni, il presente lavoro si sviluppa come segue:
• il primo capitolo, dopo aver analizzato le motivazioni sottostanti la decisione relativa alla quotazione e i rischi ad essa connessi, svolge una panoramica introduttiva sull’evoluzione del mercato globale delle IPO negli ultimi anni. Verranno quindi analizzate le caratteristiche principali dei mercati più importanti, includendo anche l’evoluzione del mercato italiano. Infine, verrà effettuato un breve accenno alle motivazioni sottostanti il fenomeno del delisting, ovvero la cessazione delle negoziazioni sul mercato secondario;
• il secondo capitolo analizza in dettaglio l’articolato processo di quotazione. Vengono presentate le diverse opportunità a disposizione dell’impresa in termini di segmenti di mercato, i requisiti necessari e gli adempimenti che devono essere rispettati una volta ottenuto l’accesso al mercato. Vengono poi descritti tutti i soggetti coinvolti e viene analizzato, punto per punto, l’articolato processo di quotazione. A seguire, sono presentati i costi dell’operazione, suddivisi tra diretti e indiretti. Infine, il secondo capitolo si conclude con un’analisi dei principali metodi che sono utilizzati per la valutazione delle aziende;
• il terzo capitolo infine, contiene un’analisi, applicata al mercato italiano, del fenomeno dell’underpricing. Verrà preliminarmente effettuata una rassegna delle principali teorie avanzate durante gli anni per la spiegazione del fenomeno, le quali risulteranno estremamente utili per l’interpretazione dei modelli econometrici testati successivamente. Viene quindi presentato il campione analizzato, il quale comprende tutte le IPO sul mercato azionario italiano dal 2003 ad oggi. Si troverà conferma del fatto che l’underpricing è presente anche nel nostro campione ed è statisticamente significativo. Infine, vengono presentati alcuni modelli di regressione semplice e multipla per individuare le variabili più significative per la spiegazione dell’extra-rendimento iniziale.

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3 INTRODUZIONE Il presente lavoro si propone di affrontare il tema del pricing delle azioni di nuova quotazione, molto dibattuto a livello internazionale ma poco approfondito in Italia. Non sono infatti numerosi gli studi che hanno affrontato questo tema sul mercato azionario italiano; una possibile motivazione potrebbe derivare dallo scarso sviluppo del nostro sistema finanziario, in comparazione con quelli ben più sviluppati di Stati Uniti, Regno Unito e altri paesi europei. In linea teorica, il prezzo di un titolo azionario dovrebbe essere determinato tenendo conto, da un lato, delle condizioni di mercato nel momento in cui il titolo viene offerto (contesto macroeconomico, grado di interesse degli investitori, livello dei tassi di interesse, presenza di altri collocamenti nello stesso periodo, ecc.), e dall’altro dalla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società emittente. Poiché le imprese che si affacciano per la prima volta sul mercato mobiliare sono poco conosciute, specie se esistenti da pochi anni e/o operanti in settori di recente creazione, si manifesta un’elevata difficoltà nel prevederne le capacità di generazione dei flussi di cassa, complicando non poco il processo di determinazione di un prezzo corretto. Quest’ultimo processo, nella realtà estremamente complesso e laborioso, è fondamentale per il successo o l’insuccesso dell’operazione, poiché la fissazione di un prezzo troppo basso avrà un impatto negativo sull’emittente, il quale non avrà sfruttato pienamente la sua capacità di raccogliere i capitali necessari allo sviluppo, mentre la fissazione di un prezzo troppo elevato provocherà enormi problemi dal lato del collocamento dei titoli al pubblico degli investitori. Molte ricerche e analisi sui mercati anglosassoni hanno dimostrato come sia complesso e articolato il processo di determinazione del prezzo. In particolare, nel breve termine sono stati messi in luce due ordini di problemi:  le IPO sembrano offrire rendimenti iniziali (nello specifico, si parla del rendimento al primo giorno di quotazione) significativamente superiori rispetto al rendimento medio di mercato;  alcuni studiosi hanno rilevato che le IPO sono più frequenti in determinati periodi (hot IPO markets) e meno frequenti in altri (cold IPO markets); questo fenomeno di ciclicità influenza anche la dimensione dell’extra-rendimento di cui al primo punto.

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ipo
underpricing
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