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La Tutela dei Minori non Accompagnati nel'Unione Europea, con un particolare riferimento agli Stati Membri dell'Europa Orientale

Fin dagli anni settanta l’Europa ha a che fare con l’arrivo nel suo Territorio di una particolare categoria di migranti: i Minori non Accompagnati. Pur variando da stato a stato la loro definizione legislativa, i tratti identificativi sono la minore età, la nazionalità di un paese fuori dall’Unione Europea e la mancanza di un rappresentante legale.
Questo fenomeno migratorio è aumentato sensibilmente durante gli anni ’90 ed è continuato a crescere nel nuovo millennio. Ragazzi dall’Africa, dal Maghreb, dal Centro Asia, arrivano in Europa ogni giorno di ogni anno cercando protezione, una vita migliore o il ricongiungimento con un parente.
Come già detto, questo è un problema di tutti i ventisette gli stati dell’Unione Europea. Ciò nonostante si può facilmente riscontrare una disomogeneità nella ricezione di questi Minori. È evidente la mancanza di una linea di azione comune a livello Europeo, anche se esistono standard comunitari applicabili sul Territorio dell’intera Unione.
Il presente studio documenta una varietà di pratiche e l’esistenza di politiche di recepimento e tutela dei Minori non Accompagnati estremamente diversificate da Stato a Stato.
Anche in presenza di atti dell’Unione atti ad armonizzare l’intera materia, gli approcci e le interpretazioni che le autorità competenti nazionali danno di essi permangono diversificati.
Diversi metodi di implementazione di politiche a Tutela dei Minori non Accompagnati non dovrebbero però essere sinonimo di mancanza di protezione, di carenze organizzative e logistiche, di lacune legislative sfruttabili da organizzazioni criminali sempre alla ricerca di Minori adatti ai loro scopi.

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4 INTRODUZIONE Fin dagli anni settanta l’Europa ha a che fare con l’arrivo nel suo Territorio di una particolare categoria di migranti: i Minori non Accompagnati. Pur variando da stato a stato la loro definizione legislativa, i tratti identificativi sono la minore età, la nazionalità di un paese fuori dall’Unione Europea e la mancanza di un rappresentante legale. Questo fenomeno migratorio è aumentato sensibilmente durante gli anni ’90 ed è continuato a crescere nel nuovo millennio. Ragazzi dall’Africa, dal Maghreb, dal Centro Asia, arrivano in Europa ogni giorno di ogni anno cercando protezione, una vita migliore o il ricongiungimento con un parente. Come già detto, questo è un problema di tutti i ventisette gli stati dell’Unione Europea. Ciònonostante si può facilmente riscontrare una disomogeneità nella recezione di questi Minori. È evidente la mancanza di una linea di azione comune a livello Europeo, anche se esistono standard comunitari applicabili sul Territorio dell’intera Unione. Restando in tema legislativo, la Convenzione sui diritti del fanciullo FILLIN "D , redatta a New York il 20 novembre 1989, è l’atto pattizio che ha incontrato ad un livello estremamente ampio ed in tempi straordinariamente brevi il consenso della Comunità internazionale: ad oggi sono 193 gli stati parte della Convenzione. Gli unici due stati a non aver ancora ratificato tale documento sono la Somalia FILLIN "D e gli Stati Uniti FILLIN "D . Ai sensi dell’articolo 1 della Convenzione sono definiti «bambini» gli FILLIN "D Convenzione sui Dirtti del Fanciullo, adottata e aperta alla firma dall’Assemblea generale delle Nazioni unite con risoluzione 44/25 del 20 novembre 1989. Entrata in vigore il 2 settembre 1990 in base a quanto previsto all’articolo 49. FILLIN "D La Somalia, uno degli stati più poveri al mondo, non può materialmente ratificare la Convenzione, in quanto le fazioni permanentemente in stato di guerra civile all’interno del territorio non hanno ancora riconosciuto unanimemente un governo centrale. FILLIN "D Gli U.S.A. hanno firmato la Convenzione nel febbraio 1995, ma non l’hanno ancora ratificata.

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