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La giustizia disciplinare sportiva

La tesi analizza l’attuale assetto della giustizia disciplinare sportiva, con particolare riguardo alla F.I.G.C., alla luce delle recenti modifiche statutarie e regolamentari interne e degli sviluppi legislativi e giurisprudenziali.Dopo un capitolo introduttivo dedicato alle origini del fenomeno sport e all’organizzazione di esso come ordinamento, si passa ad affrontare il sistema di giustizia sportiva delle Federazioni, alla luce delle norme dettate dal legislatore con la legge 280/2003 e con il D.Lgs. 15/2004 che hanno imposto, in applicazione del principio di autonomia, agli affiliati e tesserati, l’obbligo di rivolgersi agli organi di giustizia federale per la risoluzione delle controversie attinenti lo svolgimento dell’attività sportiva, prima di adire, eventualmente e salvo clausole compromissorie, il giudice statale, che, in determinate circostanze, non può esimersi dal sindacare particolari atti posti in essere dalle Federazioni.Nello stesso tempo si impone agli organismi di giustizia sportiva endofederali il rispetto dei principi generali del processo dell’ordinamento statale: contraddittorio tra le parti, diritto di difesa, terzietà e imparzialità degli organi giudicanti, ragionevole durata, motivazione e impugnabilità delle decisioni.I provvedimenti di giustizia sportiva, tal volta, pur essendo resi in forma “giurisdizionale”, possono, in realtà, essere inquadrati come atti di carattere amministrativo, in quanto le Federazioni sono si soggetti di diritto privato, ma titolari di poteri a valenza pubblicistica.
Di conseguenza avremo posizioni giuridiche soggettive, non solo di diritto soggettivo, ma anche di interesse legittimo. Questo è apprezzabile anche in relazione a determinate sanzioni disciplinari nello sport professionistico in quanto si vanno a compromettere diritti costituzionalmente rilevanti come quello al lavoro e alla libertà di iniziativa economica, potendosi paragonare determinati provvedimenti, alla revoca di un’autorizzazione o di una licenza posta in essere da una pubblica amministrazione.Data la presenza di interessi legittimi, posizioni giuridico soggettive considerate “indisponibili”, si è reso necessario nel 2008 riformare la Camera di Conciliazione ed Arbitrato per lo Sport presso il Coni, dividendola in Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport e in Alta Corte di Giustizia Sportiva. Tali organismi, di carattere esofederale, ma endo-ordinamentale, hanno lo scopo di chiudere la controversia all’interno dell’ordinamento sportivo, soddisfacendo anche le esigenze di giustizia statale, in presenza di posizioni giuridico soggettive rilevanti, connesse con l’ordinamento sportivo. Lo scopo della giustizia disciplinare nelle organizzazioni sportive, è quello di reprimere i comportamenti contrari ai fini del gruppo che frustrano il raggiungimento dello scopo per cui il gruppo esiste e vive. Il fondamento di essa, è da rinvenirsi nelle norme del codice civile, in particolare nell’art.24 logicamente interpretato; infatti, se è possibile espellere da un’associazione un membro in presenza di gravi motivi, con evidente carattere sanzionatorio, deve esser consentita la previsione di minori sanzioni in presenza di motivi meno gravi rispetto a quelli per i quali si può espellere.In ambito disciplinare, le principali norme di comportamento la cui violazione comporta sanzione, sono contenute nel Codice di Comportamento Sportivo elaborato appunto dal CONI, il quale ha indicato, in ottemperanza al dettato legislativo, anche i Principi di Giustizia Sportiva che devono essere recepiti necessariamente dalle Federazioni. Ampio spazio del lavoro, è poi dedicato al sistema disciplinare FIGC, con analisi dei principali istituti previsti dal Codice di Giustizia Sportiva, in particolare la questione della responsabilità oggettiva disciplinare delle società di calcio.L’ultimo capitolo è dedicato ai profili di rilevanza esterna della giustizia disciplinare sportiva.

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1 CAPITOLO I L’ORDINAMENTO GIURIDICO SPORTIVO E I SUOI SOGGETTI. 1.1 Lo sport nella storia Prima di affrontare il tema della giustizia disciplinare sportiva e soprattutto, prima di chiedersi perché e in che modo operi la giustizia sportiva nell’ordinamento statale, è opportuno soffermarsi sul concetto di fenomeno sportivo come ordinamento. Il termine sport nella sua accezione originaria indica ogni tipo di esercizio fisico svolto per mero diletto senza alcuna utilità 1 . I geroglifici dimostrano che già millenni prima dei greci, gli antichi egiziani avevano provveduto a stilare le regole di base per alcuni giochi, ad affidare il controllo della regolarità delle gare ad un arbitro neutro, a dotare i gioca- tori di uniformi, e premiare i vincitori assegnando loro collari di foglie par- ticolari 2 . Ai tempi dell'antica Grecia era già praticata una vasta gamma di sport: cor- sa, salto in lungo, lotta, pugilato, lancio del giavellotto, lancio del disco, ga- ra dei carri da guerra e pentathlon. La cultura romana, come quella ellenistica, celebrava l'esaltazione della competizione fisica. Sin dai resoconti più antichi gli sport o giochi praticati a Roma comprendevano anche le specialità olimpiche greche, ma tra queste 1 Russi L. – La democrazia dell’agonismo – lo sport dalla secolarizzazione alla globalizzazione. Libreria dell’Università editrice, Pescara 2003, pag.1 2 Franzoni A. - Storia degli sports - Milano ,1933

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Picone
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Raffaele Caprioli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 147

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