Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale al paziente con Defibrillatore Cardiaco Impiantabile: dall'assistenza infermieristica in ospedale alla gestione in controllo remoto
L’espressione scompenso cardiaco consiste in una disfunzione che si può manifestare con insufficienza cardiaca congestizia, con coronaropatia o con aritmia, e il fatto che il cuore sia debole e quindi non pompa sangue in modo adeguato è un grande fattore di ospedalizzazione e mortalità.
Il cuore viene definito aritmico quando il ritmo è irregolare o variabile ed è una situazione pericolosa a cui si può ovviare mediante l’impianto di un defibrillatore cardiaco impiantabile, con il quale poter riconoscere e interrompere una aritmia pericolosa.
Tale dispositivo viene inserito nel torace e ha sia il compito di rallentare il cuore, quando accelera pericolosamente, mediante piccole scariche elettriche che eliminano il ritmo patologico, mentre il secondo compito consiste nell’inviare una scarica ancora più forte della precedente quando il cuore quando entra in fibrillazione generalizzata, soprattutto a livello ventricolare. Nel primo caso si parla di cardioversione, mentre nel secondo caso si ha una vera e propria defibrillazione.
Solitamente, viene utilizzato da quelle persone che soffrono di forme sostenute di tachicardia ventricolare o che hanno già subito un arresto cardiaco, anche se non a tutti i pazienti che hanno delle aritmie cardiache viene impiantato l’ICD.
L’intervento consiste in una piccola chirurgia, con l’incisione nel torace sotto la clavicola, e viene richiesto un breve periodo di ospedalizzazione. La vita migliora sin da subito, anche se vi sono delle limitazioni da tenere conto, ossia il non potere fare sforzi e il dovere stare lontani dai campi elettromagnetici.
A questo benessere fisico, però, non fa sempre seguito anche un benessere psicologico, in quanto è stato evidenziato che molti pazienti a cui è stato impiantato l’ICD riportano sintomi ansiosi e depressivi. In primis vi è lo stato di precarietà che il paziente sa che sta vivendo, e poi causa di forte stress è anche la scarica in sé, dalla quale proviene la preoccupazione per il malfunzionamento del dispositivo.
Ad ogni modo, questi sono i punti di partenza della presente tesi, la quale sarà suddivisa in due capitoli.
Nel primo di questi si tratterà esplicitamente del defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD), esaminando prima i vari problemi legati alla morte cardiaca improvvisa, alla sindrome di Brugada, alla sindrome del QT lungo, alla tachicardia ventricolare e alla fibrillazione ventricolare, per poi passare, in merito all’ICD, alla stimolazione bicamerale, alla cardiomiopatia ipertrofica e alla sostituzione della valvola mitrale, terminando qui con le funzioni del defibrillatore e con le motivazioni che inducono alla sua introduzione.
Nel secondo capitolo, invece, l’attenzione si sposterà sull’assistenza ospedaliera, considerando il ruolo che l’infermiere ha nella gestione del paziente portatore di ICD e in cosa consiste l’intervento, e poi sull’assistenza ambulatoriale, in cui viene svolta l’educazione sanitaria al paziente con ICD. Dopodiché si passerà allo stress che viene causato dalle cardiopatie, nonché alla relazione tra l’ICD e la qualità della vita.
Infine, si concluderà con la disamina della telecardiologia, dei dispositivi per il controllo e il monitoraggio remoto dello scompenso cardiaco e del controllo dei parametri fisiologici, tenendo conto che per effettuare tutto ciò si necessita di una preliminare conoscenza da parte dell’infermiere che si occupa del monitoraggio.
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Informazioni tesi
Autore: | Diana Martin |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Assistenza infermieristica in area cardiovascolare |
Anno: | 2012 |
Docente/Relatore: | Rosario Cervellione |
Istituito da: | Università degli Studi di Milano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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