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I giornalisti e la prima guerra mondiale

Come prima cosa viene studiata la situazione del giornalismo italiano nel suo complesso, prendendo in considerazione tutte le testate e delineando la situazione generale durante la Grande Guerra. Il lavoro svolto nel primo capitolo si fonda più sulla bibliografia che sulle fonti.
Nel secondo e nel terzo capitolo mi sono concentrato sugli articoli ricercati, lasciando ampio spazio a come il «Corriere» raccontò gli eventi epocali di quegli anni, evidenziando anche ciò che non veniva detto, per via del grande lavoro effettuato dalla censura.
Nel secondo capitolo, dunque, viene analizzata la corrispondenza spedita dal fronte, firmata dai grandi giornalisti che hanno fatto la storia del nostro paese. Verrà notato come, soprattutto in questo capitolo, la censura lavorò in maniera massiccia per mascherare tutte le sconfitte subite dall'esercito italiano, culminata con la disfatta di Caporetto. La parte più interessante di questo capitolo è lo stile di scrittura dei corrispondenti di guerra, retorici e costretti a distogliere lo sguardo dalla realtà, raccontando tutto al di fuori della verità.
Nel terzo capitolo, infine, l'attenzione viene focalizzata sulla situazione politica del paese. È il capitolo più complicato, perché è stato difficile fare una selezione degli eventi accaduti in Italia in quel periodo. In generale vengono analizzati articoli su temi molto differenti e disomogenei, come scandali riguardanti personaggi illustri oppure discussioni parlamentari, senza dimenticare gli articoli di propaganda, destinati alla mobilitazione permanente della popolazione civile.

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INTRODUZIONE Questa tesi è il frutto di un forte interesse personale e di esperienze accumulate durante il mio percorso universitario. La passione per il giornalismo e per la storia è stata determinante ma senza le conoscenze sviluppate nei corsi seguiti non avrei potuto affrontare un lavoro così importante. L'elaborato offre la possibilità di osservare quanto i giornali furono influenti, soprattutto quelli principali, prima ancora che gli altri mezzi di comunicazione di massa venissero creati e diffusi. Il periodo preso in esame, la prima guerra mondiale, evidenzia come la popolazione non avesse altra informazione al di fuori di quelle fornite dalla stampa, esponendola così alle falsità e alle mezze verità da questa raccontate. Il mio lavoro cerca di presentare alcuni esempi su come l'Ufficio Stampa si sia scagliato contro le testate italiane, costringendole a esporre fatti di natura fittizia. Oltre ai libri, indispensabili per ricavare le informazioni più importanti in un vasto intervallo di tempo, la mia ricerca si è concentrata sull'analisi degli articoli del «Corriere della Sera» dal 1914 al 1918, accuratamente selezionati e scelti per risultare idonei alle mie esigenze. La struttura, onde evitare confusione, è predisposta cronologicamente nei tre capitoli elaborati. Questa scelta ha permesso di rilevare i cambiamenti del quotidiano milanese, spesso caratterizzato da sentimenti differenti. Come prima cosa viene studiata la situazione del giornalismo italiano nel suo complesso, prendendo in considerazione tutte le testate e delineando la situazione generale durante la Grande Guerra. Il lavoro svolto nel primo capitolo si fonda più sulla bibliografia che sulle fonti. Nel secondo e nel terzo capitolo mi sono concentrato sugli articoli ricercati, lasciando ampio spazio a come il «Corriere» raccontò gli eventi epocali di quegli anni, evidenziando anche ciò che non veniva detto, per via del grande lavoro effettuato dalla censura. Nel secondo capitolo, dunque, viene analizzata la corrispondenza spedita dal fronte, firmata dai grandi giornalisti che hanno fatto la storia del nostro paese. Verrà notato come, soprattutto in questo capitolo, la censura lavorò in maniera massiccia 3

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