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Procedure di rating: punti di forza e di debolezza

Rating deriva dall’inglese “to rate” che significa: valutare, giudicare.
Lo sviluppo dell’attività di rating in Italia è abbastanza recente: di rating si è cominciato a parlare con insistenza a seguito dell’introduzione delle nuove disposizioni regolamentari di Basilea2 e, soprattutto, a seguito dei crack finanziari di Cirio e Parmalat. Negli Stati Uniti, invece, l’attività di rating ha alle spalle una lunga storia, soprattutto per quanto riguarda i titoli di Stato. Le origini di una delle più famose agenzie di rating, Standard & Poor’s Corporation, risalgono al 1860. In quell’anno, infatti, il signor Henry V. Poor propose agli investitori statunitensi un’analisi di affidabilità e qualità del credito dei progetti relativi alla costruzione di ferrovie e canali. Intorno al 1920, Moody’s Investors Service iniziò a valutare i titoli emessi dal governo federale e, nel 1941, Standard & Poor’s adottò la sua attuale denominazione a seguito della fusione tra la Poor’s Publishing Company e la Standard Statistics Company. Da quel momento sia S&P’s che Moody’s sono state attive nella produzione di rating per il mercato statunitense e per i mercati internazionali.
Il termine rating indica l’insieme delle procedure analitiche tese ad esprimere un “giudizio” su un particolare aspetto della struttura economica e finanziaria dell’impresa: la sua solvibilità. Il rating creditizio valuta se una società è in grado di far fronte agli impegni finanziari, prendendo in considerazione indici relativi all’attività operativa e alla struttura finanziaria e patrimoniale.
Il rating ci inserisce in un’ottica precisa, quella del finanziatore.
È assai importante che il potenziale sovventore imposti un processo analitico di formulazione del rating, in modo da disporre di una valutazione il più possibile razionale ed affidabile delle probabilità di ottenere il rimborso di quanto erogato. In questo modo il finanziatore può minimizzare i fenomeni di sofferenze ed insolvenze e massimizzare la redditività e la qualità del proprio portafoglio impieghi.

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CAPITOLO1. PROCEDURE DI RATING: BASI RAZIONALI 1.1 PREVISIONE DEL RISCHIO D’INSOLVENZA Chi sovvenziona un individuo o un’azienda, corre il rischio di non ricevere il rimborso del prestito o il pagamento degli interessi maturati. Questa possibilità di inadempienza è chiamata “rischio di insolvenza” (default risk). L’insolvenza è un concetto solo apparentemente intuitivo; non è chiaro, ad esempio, se un cliente debba essere considerato insolvente soltanto quando ne viene richiesto o dichiarato il fallimento, o sia sufficiente che esistano indizi precisi circa la sua capacità di saldare il debito. In questo secondo caso rimane da capire quali segnali debbano essere considerati gravi ed oggettivi: l’omesso pagamento di una rata, per esempio, potrebbe dipendere solo da un momentaneo problema di liquidità, e non avere niente a che vedere con l’equilibrio finanziario di lungo periodo della controparte. Ne consegue che un cliente moroso non è necessariamente insolvente. Secondo l’agenzia di rating Standard and Poor’s (S&P), si ha default quando vengono meno la capacità o la volontà del debitore di tenere fede ai suoi impegni finanziari 1 , rispettandone i tempi originari. Più precisamente si ha default 2 :  quando un pagamento di interessi e/o di capitale è dovuto e non è effettuato;  in caso di richiesta spontanea di accesso ad una procedura concorsuale ( si fa eccezione se il rating è relativo ad una specifica linea di credito e se S&P ritiene che i pagamenti avverranno comunque);  a seguito di un’offerta di decurtazione del debito che ne riduce chiaramente il valore totale 3 . 1 Per impegni finanziari si intende ogni pagamento che l’azienda si è contrattualmente impegnata ad effettuare. Tale definizione esclude il pagamento dei flussi di cassa discrezionali, come il pagamento dei dividendi, che possono rinviarsi senza conseguenze legali. 2 Per le agenzie di rating il default può riguardare un prenditore (quindi tutti i suoi debiti) o un singolo prestito; si parla infatti di rating di controparte o di emissione. 5

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