La tassazione del reddito dei non residenti
L’ambito della fiscalità internazionale, per quanto riguarda l’Italia, è disciplinato da tre ordini di norme: le norme di fonte interna, le norme di fonte internazionale, riconducibili alle cosiddette convenzioni internazionali e le norme di fonte comunitaria. L’art.2 del Tuir delinea i soggetti passivi dell’IRPEF, stabilendo che sono sottoposte all’imposta le persone fisiche residenti per i redditi ovunque prodotti e le persone fisiche non residenti per i redditi conseguiti nel territorio dello Stato. Da tale distinzione si evince l’importanza del concetto di residenza disciplinata dall’art.2 comma 2 e 2-bis del Tuir, infatti, attraverso tale articolo si considerano residenti le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o che hanno nel territorio dello Stato il loro domicilio o la residenza ai sensi del Codice Civile. Altresì il comma 2-bis prevede che siano considerati residenti, salvo prova contraria, i cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente in seguito al trasferimento in Stati o territori cosiddetti a “fiscalità privilegiata”, diversi da quelli rientranti nella cosiddetta white list, individuata dal decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Tale articolo ha comportato un’inversione dell’onere della prova che ora grava sul contribuente, il quale dovrà dimostrare che oltre alla cancellazione dalle anagrafi della popolazione residente, non ha più né la dimora abituale né il centro dei propri interessi in Italia. Spostando l’attenzione all’ambito societario, dall’analisi dell’art.73 comma 3 del Tuir, si comprende che sono considerate residenti le società e gli enti che per la maggior parte del periodo d’imposta hanno la sede legale o la sede amministrativa o l’oggetto principale nel territorio dello Stato. Le società e gli enti che detengono partecipazioni di controllo in società di capitali o enti commerciali nazionali hanno la sede dell’amministrazione nel territorio dello Stato se sono controllate, anche indirettamente, da soggetti fiscalmente residenti in Italia o se sono amministrate da un consiglio d’amministrazione composto per la maggior parte da consiglieri residenti nel territorio dello Stato. In conclusione i redditi d’impresa prodotti da società o enti non residenti per essere tassabili in Italia devono derivare da attività prodotte nel territorio dello Stato mediante stabili organizzazioni. L’art.162 del Tuir definisce la stabile organizzazione operando una distinzione tra stabile organizzazione materiale e personale. La stabile organizzazione materiale viene definita quale sede fissa di affari attraverso la quale l’impresa non residente esercita in tutto o in parte la propria attività sul territorio dello Stato; il comma 2 dell’art.162 espone l’elenco dei casi in cui è configurabile una stabile organizzazione: una sede di direzione, una succursale, un ufficio, un’officina, un laboratorio, una miniera, un giacimento petrolifero o di gas naturale, una cava o altro luogo di estrazione di risorse naturali. continua.....
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaele Quaranta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Pasquale Pistone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 103 |
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