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La gestione dei rifugiati palestinesi in Giordania

La realtà della Giordania, che ho vissuto in prima persona, è forse una delle più interessanti da analizzare. Oggi i rifugiati costituiscono il 70% della popolazione, sono ormai radicati su tutto il territorio e sono una risorsa per l’economia e per la crescita demografica del paese. Inoltre, questo è l’unico paese in cui i rifugiati palestinesi hanno da subito ottenuto la cittadinanza, la quale è servita a permettere loro di godere degli stessi diritti dei cittadini di origine giordana. Vedremo solo in seguito che, in realtà, la concessione della cittadinanza potrebbe anche essere considerata l’unico modo affinché la Giordania non si veda spodestata della sua identità nazionale. In ogni caso, lo status di cittadino giordano non ha tolto a queste persone quello di rifugiato. Il governo giordano sostiene che il diritto al ritorno sia fondamentale per i rifugiati e spera nella sua applicazione.
L’analisi del mio lavoro procederà attraverso l’iniziale identificazione del rifugiato dei suoi diritti. Il capitolo introduttivo ha lo scopo di presentare la condizione dei rifugiati a livello internazionale, con un particolare sguardo alla condizione di quelli palestinesi. Di fondamentale importanza sarà il tema sul diritto al ritorno, ampiamente discusso nell’ambito della causa palestinese, ma molto lontano dal vedere la sua applicazione. La posizione delle Nazioni Unite riguardo al tema servirà a fare luce sulla nodosa questione della fruibilità delle decisioni dell’organismo maggiormente riconosciuto nella sfera internazionale. Come si vedrà, nonostante la sua innegabile importanza, l’ONU non ha sempre agito in modo determinante.
Il secondo capitolo vede una descrizione storica degli eventi salienti, con particolare attenzione al ruolo della Giordania. La storia analizzata è quella successiva alla costituzione dello stato d’Israele nel 1948. Il motivo di tale scelta è dare una coerenza tematica alla mia tesi. Poiché tratterò della Giordania, penso che descrivere i trascorsi precedenti al conflitto non sia appropriato in questa sede. Poco sarà detto riguardo all’occupazione della Palestina, mentre ci si concentrerà sulle cause che hanno determinato la presenza dei rifugiati palestinesi in Giordania.
Il terzo capitolo porta un’analisi delle condizioni dei rifugiati palestinesi in Giordania, sia dal punto di vista sociale che politico ed economico. Le politiche del governo giordano e la questione della cittadinanza saranno al centro della discussione. Inoltre, un particolare sguardo sarà gettato sui campi rifugiati e sulle condizioni dei rifugiati al loro interno. Si procederà con un approfondimento sulla povertà nei campi, nei termini di riproduzione di una condizione sociale pregressa. Al termine mi soffermerò brevemente sul contributo della popolazione di origine palestinese all’economia giordana.
Il quarto capitolo si concentra sull’agenzia creata dalle Nazioni Unite appositamente per i rifugiati palestinesi: l’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency). Il ruolo di questa organizzazione è stato fondamentale per i rifugiati. L’UNRWA è presente in tutti i campi rifugiati con attività di supporto ed integrazione. Inoltre essa ha svolto un’azione di guida politica e di riconoscimento dei residenti nei campi all’interno delle società circostanti. Nonostante la sua opera, l’UNRWA non è stata immune dalle critiche, molte di queste fondate, che l’hanno vista come un mezzo di controllo sui rifugiati.
Infine si procederà con la comparazione fra due campi rifugiati che, per le loro caratteristiche, sono agli antipodi: quello di Wihdat e quello di Jerash. Il primo è uno dei campi più centrali ed integrati nella scena giordana, il secondo è uno dei più isolati e poveri. Se da un lato la vicinanza alla capitale del primo ne ha determinato l’integrazione, dall’altro la lontananza dai centri abitativi giordani come la mancanza di risorse ha costretto i rifugiati di Gaza in condizioni talvolta estreme. Alla fine del capitolo presenterò alcune testimonianze di responsabili dell’UNRWA ed altre figure del campo di Wihdat.
Il capitolo conclusivo, oltre ad essere dedicato alle conclusioni riguardo alla mia ricerca, vedrà la presentazione di alcune considerazioni personali che ritengo opportuno fare. La presenza della mia opinione non vuole rivendicare la personalità di questa tesi, ma semplicemente dare voce a spunti personali molto importanti, soprattutto se si pensa che sono alla base della scrittura di questo lavoro.

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Introduzione La questione dei rifugiati palestinesi è unica nel suo genere e rappresenta un argomento di rilevanza internazionale. Essi sono il risultato del costante conflitto Arabo-Israeliano tutt’ora in corso in medio oriente. In verità, « il problema dei rifugiati risulta in assoluto il più difficile tra quelli che si configurano all’interno del conflitto. E’ una questione che non svanirà facilmente nel tempo ed ogni ritardo nella sua risoluzione andrà solamente ad ingrandire i problemi passati. La mancata soluzione ha perpetrato fino ad oggi la sofferenza umana e l’instabilità politica in tutto il Medio Oriente. La problematica è estremamente semplice da vedere». 1 La creazione del nuovo Stato d’Israele ha avuto conseguenze catastrofiche in tutta l’area mediorientale. Queste possono essere riassunte nel conflitto arabo-israeliano, lo scontro che non sembra ancora avvicinarsi al suo temine. La situazione palestinese ha creato due aree geopolitiche d’interesse: gli stati arabi che supportano la causa palestinese e che, allo stesso tempo, si rifiutano di riconoscere l’esistenza dello stato d’Israele; le potenze occidentali che, benché supportino la causa palestinese e la popolazione in questione, riconoscono lo stato d’Israele e danno ad esso il loro supporto ideologico e finanziario. Se il supporto dei paesi arabi ai palestinesi ha uno sfondo morale e territoriale, quello delle potenze occidentali allo stato d’Israele è invece rappresentato da un consistente contributo economico. In ogni caso, la divisione delle potenze sul piano internazionale, le diverse forme di 1 Michael Dumper, Palestinian refugee repatriation, Global perspectives, Routledge studies in Middle Eastern Studies, Taylor and Francis group, 2006, p.2 i

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