Le lacrime amare di Petra von Kant tra cinema e teatro
Questa tesi nasce dal mio interesse a lavorare su un testo ‘vivo’ in quanto presente sulle scene durante la ricerca dei materiali e la successiva stesura, e le cui fonti potessero provenire, in parte, da autori o professionisti del mondo dello spettacolo. Importante mi è parso poi scegliere un’opera che permettesse un approccio interdisciplinare nella sua analisi, poiché ho ritenuto che il collegamento fra più materie come la letteratura, il cinema e il teatro nonché l’organizzazione dello spettacolo e la storia dei mezzi di comunicazione di massa potesse rappresentare la conclusione coerente del mio percorso di studi.
Die bitteren Tränen der Petra von Kant (Le lacrime amare di Petra von Kant) ha costituito l’opera su cui poter scrivere in quanto sì allestimento appena partito in tournée presso molti teatri stabili italiani ma anche testo che dalla sua prima scrittura drammaturgica del 1971 e adattata per il grande schermo un anno più tardi dallo stesso autore, il regista tedesco Rainer Werner Fassbinder (Bad Wörishofen 31 maggio 1945 – Monaco di Baviera 10 giugno 1982) ha affrontato un lungo percorso.
Ho cominciato le ricerche partendo dalla visione di una registrazione dell’ultimo allestimento e successivamente ho valutato il materiale che potesse ricondurmi al periodo storico in cui la pièce fu scritta, al suo autore, alle altre opere ma soprattutto alla versione cinematografica. E così per meglio contestualizzare Le lacrime amare di Petra von Kant ho cercato il legame sia con il contesto sociale, politico e storico in cui nasce sia con i codici specifici dei singoli linguaggi artistici. Proprio la commistione dei linguaggi perennemente ricercata e praticata da Fassbinder permette l’analisi multidisciplinare di cui ho parlato poco sopra.
Considero importante una lettura a posteriori di quest’opera. Il tempo intercorso ha infatti permesso di inserire Le lacrime amare con una visone più ampia all’interno della storia dello spettacolo, liberato ormai dello scandalo che lo aveva circondato. L’opera è più facilmente riconducibile, a mio parere, ai temi che Fassbinder ha con insistenza portato sullo schermo e sulle scene, ossia l’insubordinazione, la dipendenza dei corpi e delle menti nelle relazioni interpersonali come in quelle economiche. E proprio sul tema del lavoro il drammaturgo scomparso ha incentrato la sua produzione artistica perché in esso, come nell’amore, intravedeva un pericoloso legame di dipendenza e di possesso. In entrambe le sfere facile era, a suo dire, il crearsi dell’ambivalenza servo-padrone, in Le lacrime amare di Petra von Kant ampiamente scandagliata. Aggiungo in conclusione una nota sull’abilità di Fassbinder, quanto mai evidente in questa pièce, posta anche nel volere mettere in luce le differenze sia tra generi sia nelle classi sociali, e in base a quelle impostare la struttura narrativa.
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