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Genesi e gestione del senso urbano. Applicazioni allo spazio di Riccione

La tesi di laurea si propone di sviluppare una metodologia d'analisi utile alla descrizione semiotica dei fenomeni urbani, attraverso il dialogo con discipline come il marketing territoriale, l'urbanistica, la sociologia, la scienza politica. In particolare si sono tradotte problematiche tipiche del marketing territoriale come le strategie di valorizzazione del territorio e si sono poste le basi per lo sviluppo del concetto di capitale semiotico. Per quanto riguarda il rapporto con l'urbanistica si è verificato il rapporto tra le morfologie urbane e le pratiche che suggeriscono. I risultati dell'indagine semiotica riguardano la proposta di un metodo di indagine urbana che faccia coesistere e renda intertraducibili strutture valoriali e osservazione etnosemiotica. Le conclusioni infine riguardano la proposta di applicare la struttura politica elaborata dal marchese di Condorcet al modello semiotico che percorre la trattazione. Riccione costituisce un utile riferimento per la conferma delle tesi esposte in quanto rappresenta insieme un caso di successo di promozione territoriale, di lavoro sugli effetti di senso della propria forma fisica, di ricerca di connotati di partecipazione, libertà e socialità, i quali la rendono un unicum da comprendere e, eventualmente, replicare.

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0. Introduzione Alma cittade, ove amor ten suo seggio, e te sopravolando sempra agira, qual nascosa cagion tanto me tira, che altro ch’esser in te giamaî non cheggio? Matteo Maria Boiardo, Amorum libri tres. 0.1. Che cosa è una città? La città è, secondo una tradizione che va da Aristotele al medioevo, il centro d’attrazione verso cui tendono le attività sociali umane, una forma d’organizzazione con l’obiettivo di far vivere bene l’uomo, di fargli raggiungere la felicità. È questo il senso prin- cipale della cittadinanza che la citazione in esergo ci ricorda. «Aristotele dice che la città è nata per preservare la vita, essa esiste per far vivere bene gli uomini, dunque in sostanza è una maniera d’organizzazione, un complesso di modelli di relazione, uno stile di congrega- zione» [Farinelli, 2006, p. 15] 1 . Per questo la città si fonda sulla natura umana, sulla tenden- za naturale dell’uomo a socializzare. Essa è quindi una funzione che convoca e attiva inte- ressi conflittuali e armonici, funzioni che la semiotica definisce rispettivamente struttura polemica e struttura contrattuale, caratterizzati dal perseguimento di un valore positivo re- lativo ai soggetti interessati. Più recentemente, ma già a partire dai lavori di Leon Battista Alberti del XV secolo, quindi con la cosiddetta modernità, la città è stata intesa come il complesso dei suoi edifici e dei percorsi volti a collegarli. Una precauzione che va immedia- tamente segnalata è che, come ha fatto notare Paolo Fabbri citando Bruno Latour [1991] in un intervento all’università di Palermo, forse moderni non siamo mai stati e quindi l’utilizzo dei termini “moderno” e “postmoderno” (che ricorreranno spesso) ha ora semplicemente funzione di riferimento alle scuole così denominate. Forse, come vuole Charles Baudelaire [1981, p. 288], la modernità è solo la parte fuggitiva e transitoria di una realtà il cui com- plementare è l’eterno e l’immutabile. Siamo allora forse davvero premoderni. Per questa ra- 1 Le date delle citazioni si riferiscono alla prima edizione in lingua originale, mentre i numeri di pagina si rife- riscono sempre all’edizione italiana, ove presente. I corsivi, a eccezione di indicazioni contrarie, sono sempre degli autori.

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