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L’evoluzione della Free Press in Italia. Da prodotto usa e getta a giornale specializzato e di servizio: il caso «24 Minuti»

Il nuovo millennio ha portato nel sistema mediatico del nostro Paese una sferzata di novità, introducendo in un panorama editoriale asfittico un mezzo di comunicazione che ben si adatta alla società contemporanea: la stampa gratuita, o, come viene più comunemente chiamata, la free press. Si tratta di un prodotto editoriale distribuito gratuitamente nelle maggiori città italiane, eludendo i canali di distribuzione convenzionali; le copie vengono lasciate negli appositi espositori, posti nei punti di transito maggiore, oppure affidate agli addetti alla distribuzione, che intercettano i passanti nel loro frenetico cammino verso il luogo di lavoro.
Superate le perplessità con cui era stata inizialmente accolta, essa è diventata un fenomeno consolidato e veramente insostituibile della “macchina” informazione mondiale. Al punto che abbiamo assistito anche in Italia alla genesi di un’altra generazione di testate gratuite, sviluppatasi grazie all’esperienza dei pionieri «Metro», «Leggo» e «City». Iniziatore di questa nuova free press fu Nicola Grauso con il progetto «E Polis», seguito dopo pochi anni anche da Confindustria con il free journal «24 Minuti».
In questo breve saggio, si cercherà di analizzare le differenti generazioni di stampa gratuita nazionale, cercando di individuarne analogie e punti di distacco. Verrà dedicata un’attenzione particolare a «24 Minuti», quotidiano gratuito che ha saputo inserirsi in maniera egregia nel panorama della free press italiana, differenziandosi dalla concorrenza. Dopo una doverosa premessa storica, saranno trattati i free paper di prima generazione e i quotidiani del gruppo «E Polis», dal punto di vista grafico, contenutistico e dal punto di vista commerciale. Successivamente troverà ampio spazio «24 Minuti», che sarà esaminato anche grazie alle interviste rilasciate alla sottoscritta da alcuni giornalisti della redazione, tra cui il direttore Fabio Tamburini. Non saranno trattati i periodici gratuiti che stanno conoscendo un periodo particolarmente florido, ma la cui illustrazione richiederebbe troppo spazio, vista la molteplicità di formati e di contenuti.

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L‟evoluzione della free press in Italia. Da prodotto usa e getta a giornale specializzato e di servizio: il caso «24 Minuti»| 4 DALLA NASCITA ALLA CONSACRAZIONE L‟intuizione venne allo svedese Pelle Tornberg, dirigente della multinazionale delle comunicazioni Modern Times Group, che nel 1995 lanciò a Stoccolma il primo quotidiano gratuito al mondo, l‟oramai familiare «Metro», ottenendo un successo davvero insperato. In Italia, si comincia a parlare di free press il 3 luglio del 2000, quando a Roma si può fare la conoscenza con il quotidiano nelle stazioni della metropolitana. «Metro», edito da Metro International, generatasi da MTG per dedicarsi esclusivamente al progetto, grazie alla conquista di Roma poté vantare ben venti edizioni differenti, distribuite in altrettante città europee. Ma quel traguardo può sembrar ben poca cosa se guardiamo alle edizioni stampate attualmente – ben 84 – e le città toccate – oltre 100 in 23 Stati, che lo rendono ancora oggi il quotidiano più diffuso al mondo. Nell‟ottobre dello stesso anno, il free paper arriva anche nel capoluogo lombardo, Milano, e nel 2005 comincia a colonizzare le maggiori città del nostro Paese, raggiungendo una tiratura di 850.000 copie. L‟esperienza di «Metro» comincia a mettere in luce le potenzialità del nuovo mezzo di comunicazione e così nel 2001 esordisce sul mercato italiano il primo free paper made in Italy, «Leggo». Edito da Caltagirone Editore, fu definito già nel 2002 “il primo vero quotidiano popolare 1 ” del nostro Paese. A pochi mesi di distanza dalla nascita di quest‟ultimo, il gruppo RCS risponde con «City», la propria proposta editoriale gratuita. Ma tre competitor non sono troppi per il nostro mercato editoriale? Muralti, direttore strategico di Mediaedge:cia 2 , profetizza la scomparsa di almeno un quotidiano gratuito: i tre free paper non avrebbero la capacità di differenziarsi tra loro e fidelizzare con i lettori, perciò, esauritosi l‟effetto novità, almeno uno sarà costretto a ritirarsi dal mercato. Previsione prontamente smentita da un‟indagine Eurisko del 2003: la free press è in piena attività e i lettori non accennano a diminuire; anzi crescono costantemente. Alla fine dello stesso anno tra il pubblico dei quotidiani gratuiti possiamo contare ben 1.642.000 italiani. Ognuno dei tre quotidiani è riuscito a ritagliarsi uno spazio ben definito nella piazza mediatica, diversificandosi dai concorrenti per target di riferimento e contenuti. 1 Pozzi, P., ''Leggo, 4 città per un milione di copie'', in «PuntoCom», 29/01/2002, p.8 2 Mediaedge:cia è la prima agenzia di comunicazione globale.

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