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L’evoluzione del regime concordatario italiano e gli aspetti contenutistici

La tesi analizza, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista contenutistico, l’evoluzione del regime concordatario, dagli Accordi del 1929, con i quali, per la prima volta nella storia dell’Italia unita, vennero regolati in maniera bilaterale i rapporti Stato-Chiesa, all’Accordo di Villa Madama che ha apportato notevoli cambiamenti nel sistema pattizio.
È necessario sottolineare che gli Accordi con la Chiesa presentano un duplice profilo giuridico: uno esterno, in quanto essi assumono validità ed efficacia in un ordinamento (che la maggioranza della dottrina identifica con l’ordinamento internazionale) nel quale lo Stato e la Chiesa entrano in contatto su un piano di pari ordinazione; uno interno, in quanto, le norme di derivazione concordataria sono rese esecutive nell’ordinamento statuale attraverso apposite leggi di esecuzione ( la legge 810 del 1929, per i Patti Lateranensi; la legge 121 del 1985, per gli Accordi di Villa Madama). Nel corso della trattazione vengono evidenziati tutti quegli aspetti che maggiormente differenziano la normativa bilaterale del ’29 da quella dell’84. Il Concordato lateranense aveva, infatti, tracciato in modo statico e definitivo il campo d’azione delle contrattazione bilaterale individuando e delineando in maniera precisa quelle che erano le materie oggetto dell’Accordo (beni, enti ecclesiastici, istituto del matrimonio, ecclesiastici e religiosi). Il nuovo Concordato, invece, prevede la possibilità di porre in essere ulteriori convenzioni, sia per integrare o dare attuazione al testo principale (come nel caso dei beni, degli enti ecclesiastici, e del patrimonio storico ed artistico) sia per ampliare il campo stesso della contrattazione ( come viene espressamente indicato nell’art. 13). Inoltre particolare attenzione, attraverso lo studio di autorevoli fonti dottrinarie e l’analisi di alcune sentenze della Corte costituzionale, è data alla complessa e delicata questione concernente il trattamento riservato nell’ ordinamento italiano ai Patti Lateranensi ( in vigenza dello Statuto Albertino prima e della Costituzione poi) e al nuovo Accordo.

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1 Introduzione Lo Stato e la Chiesa operano in ambiti distinti ed estranei tra loro, tuttavia gli ordinamenti di cui sono portatori possono, in concreto, entrare in contatto, in quanto diretti ad avere efficacia sulle stesse persone (cittadini - fedeli) e sullo stesso territorio (quello nazionale). La comunanza dell‟elemento personale (subditi legum – subditi canonum) e dell‟elemento spaziale (territorio italiano) determina la nascita di settori e materie di interesse comune, statale e confessionale, ossia delle così dette materie miste ( es. matrimonio, istruzione, enti, ecc), la disciplina delle quali, interessando due ordinamenti giuridici ugualmente primari e sovrani, non può che essere formulata su un piano bilaterale di reciproco consenso. La presente tesi si pone l‟obiettivo di analizzare, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista contenutistico, l‟evoluzione del regime concordatario, dagli Accordi del 1929, con i quali, per la prima volta nella storia dell‟Italia unita, vennero regolati in maniera bilaterale i rapporti Stato - Chiesa, all‟Accordo di Villa Madama che ha apportato notevoli cambiamenti nel sistema pattizio. Il primo capitolo è dedicato all‟analisi dei Patti Lateranensi, costituiti da un Trattato, ancora in vigore, e da un Concordato. Con il primo si risolse in maniera definitiva la Questione Romana, sorta nel 1870; con il secondo si cercò di regolare la condizione della religione e della Chiesa cattolica in Italia. Nella trattazione del Concordato, particolare attenzione è rivolta a tutti quegli aspetti

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1929
1984
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