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Il teatro didattico peruviano. Proposta di traduzione di “Aventuras en la Antártida” di Adriana Alarco de Zadra

La presente tesi è una proposta di traduzione dallo spagnolo dell’opera teatrale didattica Aventuras en la Antártida, di Adriana Alarco de Zadra.
Gli elementi tradizionali e in particolare pertinenti alla geografia del territorio, trapelano nell’opera e hanno un peso notevole nel messaggio che l’autrice vuole dare. L’importanza dell’insegnamento che si vuol far derivare da quest’opera, è uno dei motivi che mi hanno spinto alla proposta di traduzione e al contempo, la ragione principale di quesiti nel corso della traduzione. Difatti, come vedremo, nell’atto traduttivo non è da considerare solamente il testo fonte ma anche e soprattutto il testo che ne risulterà, il testo target. Nel primo capitolo della tesi parlerò della letteratura per l’infanzia, settore in cui si inserisce l’opera e su cui pone le basi il processo traduttivo.
Nel secondo capitolo tratterò il genere del teatro, analizzando l’inserimento della geografia nel testo teatrale e il ruolo del traduttore.
Nel terzo capitolo ci sarà la traduzione di Aventuras en la Antártida con testo a fronte.
Nel quarto capitolo, farò un commento linguistico della mia proposta di traduzione, inserendo le problematiche sorte, le mie scelte di traduzione e l’analisi di alcuni aspetti peculiari del linguaggio.

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Capitolo 1. LA LETTERATURA PER L’INFANZIA Si inizia a parlare di letteratura per l‟infanzia nel momento in cui nasce una forma scritta della stessa, ma si può affermare che le sue radici risalgano a una necessità dell‟uomo di tramandare la propria storia anche con simboli o gesti, quindi alla letteratura orale. Questa porta in sé un fitto bagaglio di filastrocche e versi in rima, dati dalla necessità di memorizzazione, che ha poi permesso la sua diffusione. Il bambino, infatti, ricorda molto più facilmente le filastrocche, per la particolare cantilena che aiuta a memorizzare. Gianna Marrone, nel suo libro Storia e Generi della Letteratura per L’infanzia, fa notare che “La storia del genere umano è identica a quella della crescita dell‟uomo, nel senso che durante l‟infanzia impara prima a parlare, poi a scarabocchiare e a disegnare, e solo successivamente impara a scrivere e a 12 leggere.” Per poter quindi parlare di letteratura scritta dovremmo attraversare un iter, formato da due generi principali, la mitologia e i rituali, ambedue fautori della diffusione orale della letteratura. Da questi, nascono all‟interno della letteratura per l‟infanzia, la fiaba e la favola. Solo con il Novecento si presta una maggiore attenzione a questo settore della letteratura e si vengono a delineare i diversi generi. I principali sono: la fiaba, l‟avventura, la fantascienza e l‟horror. Ciò che li accomuna è l‟elemento fantastico. Il fanciullo ha difatti ciò che Luigi Santucci ha definito mito innato, ossia il “suo interpretare tutta la sfera del sensibile e del pratico 13 in prospettiva di fantasia magica.” Il bambino è infatti una creatura già inserita in una sfera civile, in un mondo etico che distingue, secondo i propri parametri ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è definibile moralità infantile. Una volta che la letteratura infantile viene identificata come genere letterario, cominciano a fiorire le analisi critiche e gli studi sull‟importanza di questa nella vita del bambino. Tra gli studiosi, Luigi Volpicelli, ordinario di pedagogia e assertore dei diritti del bambino, negli anni ‟50, oltre ad analizzare i contenuti della scuola, fece nascere un dibattito sull‟importanza nello sviluppo e nell‟apprendimento del bambino, di ogni mezzo di comunicazione, quali il teatro, il cinema, il fumetto, non soffermandosi dunque sull‟elemento prettamente scritto. Le sue teorie si sono trasformate in attività che hanno permesso a studiosi e insegnanti di lavorare su tematiche connesse a tali mezzi di comunicazione. Ad oggi, il libro di testo rimane comunque il metodo principale di insegnamento ed educazione, mantenendo una funzione importante all‟interno della scuola. A proposito, Giovanni Maria Bertin, altro studioso di letteratura per l‟infanzia, sottolinea che lo stile e i contenuti del 12 Marrone, 2002 13 Santucci, 1994 11

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