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Morte e rinascita nell’opera di William Shakespeare. “The earth that’s nature’s mother is her tomb; what is her burying grave, that is her womb” (Romeo and Juliet).

L’obiettivo di questa tesi è quello di fornire un modello interpretativo del sentimento della morte nell’opera di William Shakespeare, e della sua evoluzione all’interno del ciclo di morte e rinascita che la tragedia e la commedia shakespeariane rispecchiano.
La ragione che ha motivato questa mia scelta si trova nell’amara constatazione dell’irrompere della tragica realtà della morte nella vita di ognuno, e nella speciale maniera con cui il drammaturgo elisabettiano ha trattato questo tema e ne ha a suo modo trovato una soluzione positiva.
La mia analisi – il cui titolo riprende una celebre frase che frate Lorenzo dice all’inizio della terza scena del secondo atto di Romeo and Juliet, proprio per sottolineare il messaggio di speranza che alla fine Shakespeare sembra trasmettere al di là del punto di partenza e dello svolgimento drammatico del tema – verterà, quindi, dapprima sui drammi storici e le tragedie, in cui la morte viene affrontata nel suo irrompere e dispiegarsi, quindi sulle commedie, nelle quali l’impatto della morte risulta ancora più perturbante che nelle tragedie, in quanto si inserisce nel presupposto andamento gioioso della trama, e infine sui drammi romanzeschi, in cui la tragedia che pare stia per compiersi all’improvviso si inverte e si avvia alla soluzione felice della rinascita. Partiremo dalla seconda tetralogia storica, in quanto questa in particolare «portrays the limits of the communal solution to death, but leaves unresolved the problem of individual mortality» , problema questo che affronteremo in relazione alle tragedie, alle commedie e ai drammi romanzeschi.
Vista la notevole rilevanza del tema della morte nel periodo storico di cui l’opera di Shakespeare è figlia, e l’influenza significativa che tale tema esercitò sul drammaturgo, sarà opportuno far partire l’indagine dall’evoluzione che il sentimento della morte ebbe anche a seguito dei vari eventi che cambiarono l’assetto europeo nel Quattro e nel Cinquecento. Prenderemo, così, in considerazione le più importanti conquiste che in questo periodo, come scrive Robert N. Watson:

[...] had side-effects that must have magnified the terrors of mortality. [...] The navigational technology developed for those explorations led to an astronomy that revealed the scope, the heliocentric shape, and the unlimited mutability of the universe. As a result, the soul was becoming disastrously devalued against its material context. All these discoveries put extraordinary pressure on traditional consolations and denials. All these developments heightened the fear that human beings might actually be meaningless little entities lost in the dizzyngly vast, varied, and powerful universe.

L’analisi delle opere prescelte sarà quindi condotta secondo due direttive parallele, che non seguiranno un ordine cronologico. La prima segue quegli aspetti che si sono dimostrati rilevanti nell’evolversi del sentimento della morte e vengono manifestati costantemente nell’opera di Shakespeare. La seconda direttiva si dispiega in relazione all’andamento del ciclo di morte e rinascita, dal dramma storico e dalla tragedia, alla commedia, e infine al dramma romanzesco, ponendo l’accento sulle varie tipologie con cui la morte si manifesta nei vari generi dell’opera shakespeariana, e quindi, nel capitolo conclusivo, sul momento della rinascita.

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INTRODUZIONE L‟obiettivo di questa tesi è quello di fornire un modello interpretativo del sentimento della morte nell‟opera di William Shakespeare, e della sua evoluzione all‟interno del ciclo di morte e rinascita che la tragedia e la commedia shakespeariane rispecchiano. La ragione che ha motivato questa mia scelta si trova nell‟amara constatazione dell‟irrompere della tragica realtà della morte nella vita di ognuno, e nella speciale maniera con cui il drammaturgo elisabettiano ha trattato questo tema e ne ha a suo modo trovato una soluzione positiva. La mia analisi – il cui titolo riprende una celebre frase che frate Lorenzo dice all‟inizio della terza scena del secondo atto di Romeo and Juliet, proprio per sottolineare il messaggio di speranza che alla fine Shakespeare sembra trasmettere al di là del punto di partenza e dello svolgimento drammatico del tema – verterà, quindi, dapprima sui drammi storici e le tragedie, in cui la morte viene affrontata nel suo irrompere e dispiegarsi, quindi sulle commedie, nelle quali l‟impatto della morte risulta ancora più perturbante che nelle tragedie, in quanto si inserisce nel presupposto andamento gioioso della trama, e infine sui drammi romanzeschi, in cui la tragedia che pare stia per compiersi all‟improvviso si inverte e si avvia alla soluzione felice della rinascita. Partiremo dalla seconda tetralogia storica, in quanto questa in particolare «portrays the limits of the communal solution to death, but 1 leaves unresolved the problem of individual mortality», problema questo 1 Cfr. Patricia L. Carlin, Shakespeare‟s Mortal Men: Overcoming Death in History, Comedy and Tragedy, Peter Lang, New York, 1993, p. 107. 3

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